Attualità

La “fabbrica dei bambini” in Brasile: tutti gli audio sulla truffa

di Angelo Vitale -


Il caso della “fabbrica dei bambini” in Brasile che L’identità sta raccontando fin dall’inizio ai propri lettori con ogni tappa dei successivi sviluppi, rivela ora nuovi e scottanti particolari, che fanno chiarezza sui metodi adottati dalle “ragazze”, protagoniste attive dell’orchestrata operazione di truffa ed estorsione, nella chiamata di Barbara, evidenziando il metodo e il pressing di minacce accompagnate da insistenti richieste di denaro.

La vicenda si dipana e trova nuova e dettagliata articolazione sempre nel 2022. Dopo più di quattro mesi, dal mese di gennaio in cui è stato impossibile, anzi vietato, chiedere anche le benché minime informazioni sul feto in gestazione affinché non venga scoperto “l’inganno sottostante”, e si è bloccato ogni canale di comunicazione affinché montasse nel truffato uno stato di angoscia e disperazione (secondo precisi e organizzati “direzionamenti”), ecco che, a ridosso di un “supposto” imminente parto, sempre dalle date incerte e in una struttura ospedaliera, che le indagini di parte hanno accertato non essere “collaborativa” ai fini della ricerca della verità, come il Nossa Senhora de Conceição di Tubarao, e modalità oscure che avvolgono i fatti (prima viene dichiarato parto naturale – per giustificare la scelta dell’ormai nota struttura pubblica – poi si dirà invece essere un cesareo, però a data “incerta” – il tutto, ovviamente, al solo scopo di non consentire che il truffato potesse essere presente al momento del parto), giunge -alla “capra italiana” – questo, l’appellativo dato alla vittima del raggiro da Barbara, la ragazza della storia,  nelle chat di Whatsapp che hanno portato ad oltre 15 mesi di indagini investigative in Brasile – la “fatidica chiamata”: è il momento in cui la messinscena termina e i truffatori si rivelano nell’atto di “andare all’incasso”.

Si materializza un sorta di incubo, che quasi paralizza la vittima, costretta a fare i conti con un’organizzazione ben strutturata, fatta di avvocati che aspettano naturali richieste di chiarimenti sugli accadimenti per minacciare pretestuose denunce di “abbandono” – in contrasto, tra l’altro, con le dichiarazioni del propri assistiti – oppure, ancora più fantasiose, di “persecuzione”, qualora legittimamente si accenni a tentativi di scoprire la verità con delle investigazioni autorizzate. O ancora, con medici che cristallizzano situazioni che non danno altra possibilità, ad uno straniero in “terra ostile”, di pagare se non si vuol diventare bersagli di “conseguenze più gravi in Brasile, e addirittura in Italia”.

Quale il posto, in questa triste vicenda, per la verità? Davvero marginale, probabilmente scomoda e, come riconosce anche Barbara in un passaggio della chiamata che ascolterete in esclusiva, “il riconoscimento della bambina non ha niente a che vedere con l’aiuto finanziario – una cosa non ha mai niente a che vedere con l’altra -, non è necessario riconoscere per dare il supporto finanziario”: a quale titolo, non è chiaro.

La chiamata dell’11 maggio 2022, ai limiti del surreale, rivede, per la prima volta una conversazione, molto probabilmente “pilotata”, tra Barbara, che dichiara di stare già all’ottavo mese di gravidanza, e Nunzio, devastato psicologicamente  ed ancora non pienamente consapevole di essere truffato, che cerca di ottenere a fatica alcune informazioni di cui è stato totalmente e brutalmente privato durante tutta la gravidanza.

Nella traduzione (nella clip, Nunzio parla in italiano), Barbara “racconta”: Sì, è pesante (la pancia, ndr) è un po’ faticosa, ma sta già passando. E ancora: Sì, ho fatto tutte le visite, tutto controllato, come deve essere, ogni tre settimane e gli esami. Ho tutto (niente, ovviamente, verrà esibito per giustificare la richiesta di denaro, ndr). E poi: E ‘ grande, ormai sto all’ottavo mese, lei va a nascere da qui a poco.

Siamo all’11 maggio 2022. E suppostamente dichiareranno, senza ovviamente alcun documento sul luogo, sulle modalità e la certezza della data, la nascita l’8 di luglio 2022.

Lunedi 11 luglio, ben tre giorni dopo la “supposta nascita”, una e-mail di Barbara, quando, ovviamente, non era più nel reparto maternità e non era più possibile acquisire informazioni circa la nascita: Buongiorno Nunzio! – questa, la traduzione – Guarda chi è nata venerdì 8 luglio, alle 9,28 del mattino. Domenica (questo, il nome della bimba, ndr). Già siamo andati via dall’ospedale e adesso stiamo riposando. Un abbraccio.



La ragazza, a dispetto del non avere prodotto, benché richiesta dall’avvocato Bevilacqua in tutte le sedi, a supporto delle sue pretese finanziarie alcun esame medico e diagnostico della gestazione (ma solo, paradossalmente, le fatture di pagamento, prive dei referti), dichiara di aver fatto tutte le analisi e gli esami  – addirittura ogni tre settimane (sembrerebbe, con il miglior ginecologo della città di Tubarao, come aveva affermato la madre Margarete tra gli ultimi messaggi a Nunzio, il 5 gennaio 2022, prima che tutta la “famiglia” si mettesse in “silenzio”, sparendo dai canali di comunicazione con l’italiano).

“Buon pomeriggio – questa la traduzione -. Sono riuscita a fissare una visita per Barbara qui in Tubarao, con un ottimo ginecologo e ostetrico, ora farà visite tutti i mesi. Sono contenta sapendo che va ad avere un buon accompagnamento con il ‘miglior medico della città’. Un forte abbraccio”.



Nulla si saprà – ovviamente – su chi sia questo ‘luminare’ e soprattutto quale conoscenza “specifica” possa lui avere dei fatti in questione o di altri similari accaduti nella regione di Santa Catarina.

Barbara mostra chiaramente l’intenzione e una convinzione di non dover mostrare alcun “titolo di legittimazione” alla base delle sue richieste economiche, “condite”, tra l’altro, da minacce, più o meno esplicite, circa le conseguenze della  “non totale adesione” alle loro richieste.


Il raggiro, che prepara il terreno alle richieste economiche, è sotteso lungo tutto il secondo passaggio: “Come posso dire all’anagrafe che non so chi è il padre?”. E quindi: Non posso lì all’anagrafe – questa la traduzione – dire per lei (la bambina, ndr) che “Non so chi è il padre”, io non posso fare ciò, come farei per registrarla???. Nunzio prova un’interlocuzione: se tu vuoi che riconosca la bambina, basta che me lo dici. E lei: No…  tutto bene… io ti sto dicendo che non posso (per una pseudo questione legale che glielo impedirebbe, ndr), ma se noi parliamo con l’avvocata, parli con lei e noi concordiamo questo assieme (come per gli uomini sposati che troverebbero vantaggiosa una offerta del genere, che consentirebbe anonimato riguardo ad una relazione extraconiugale, ndr) e lei mi “mostra” la maniera per non riconoscere la paternità, non ho problemi così…. Nell’inganno, che qui si palesa come una sorta di “scambio di utilità”, l’offerta di ‘serena disponibilità ad iscrivere il nascituro solo a suo nome’ a fronte di correlate richieste economiche ‘impostate’ dalla propria ‘avvocata’, rientra in un cliché, certamente ben architettato, che però mal si adatta alle intenzioni di ‘reale’ paternità di Bevilacqua.



Il passaggio della chiamata nella terza clip serve a rafforzare il “lavoro ai fianchi” di Nunzio: Mi sono consultata con la mia avvocata sopra alcune questioni, perché volevo capire come funziona (la situazione, ndr), perché non posso prendere una decisione senza comprendere la realtà delle cose …la mia domanda è la seguente (aria minacciosa e in attesa che si dica no per presentare una denunzia per abbandono, ndr) Tu vuoi venire la settimana prossima in Brasile per conversare con l’avvocatessa e definire – esattamente (alle loro condizioni,  come in un “contratto per adesione” ndr) – quanto vedresti tua figlia e di quanto sarà il tuo supporto finanziario? O non vuoi venire? Nunzio prova ad argomentare: Se serve che io venga per riconoscere la bambina, perché hai bisogno del mio aiuto finanziario, vengo. Barbara insiste nel suo proposito: Il riconoscimento non ha niente a che vedere con l’aiuto finanziario. Tu non hai la “necessità di riconoscerla come figlia, per dare l’aiuto finanziario”. Non necessita, una cosa non c’entra niente con l’altra (a che titolo, allora, per aiutare la matriarca?, ndr). Per quello che vidi su internet, una cosa (dare i soldi, ndr) non ha niente a che vedere con l’altra (la paternità, ndr)- Come non ha nulla a che vedere l’aiuto finanziario con la convivenza della bambina, tu lo sai no? Insomma, la mossa è chiara: anche se non si voglia o possa vedere la bambina, il punto è sempre uno solo: bisogna pagare punto.

E la minaccia è sempre più palese nella quarta ed esaustiva clip. I problemi te li creo in Brasile, ma potrei anche in Italia…devi saperlo.



Barbara accelera il pressing: infine, domani tu mi dai la risposta perché necessito di confermare con l’avvocata se noi andiamo a fare la riunione o no (per la settimana successiva in Brasile, con un anticipo di soli 4 giorni e dopo essere scomparsa per oltre 4 mesi, ndr) ed anche l’orario… Calma, stai tranquillo Nunzio! Noi andiamo a risolvere (la questione, ndr) nel miglior modo, perché in primo luogo non voglio crear problemi per te, per il tuo lavoro in alcun modo (ancora una sottesa minaccia, ndr) io so che tu lavori in Brasile (l’accenno ad potenziale danno reputazionale, ndr )…non so se (adesso, ndr) stai lavorando o no, dunque non voglio creare problemi per te (ancora una minaccia, ndr)… voglio risolvere nella miglior forma (in che modo? accettando di essere derubati? ndr) perché anche io necessito di stare in uno stato mentale buono  per poter crescere la bambina nel miglior modo possibile. Nunzio avanza una domanda: In che modo mi vorresti crearmi problemi? E lei: Se tu non dovessi (più) lavorare in Brasile è una decisione tua, ma tu sai che il problema te lo creo anche in Italia, se volessi…  ma io non voglio…  perché non avrebbe senso, voglio che tu stia bene”.

Una minaccia che arriva a toccare toni e stili mafiosi: paga quanto ti chiediamo, così potrai continuare a lavorare in Brasile e, addirittura, sappi che anche in Italia abbiamo delle “possibilità’” di crearti problemi…

L’avvocato Nunzio Bevilacqua, per ora, conclude qui in Italia i suoi ragionamenti, affermando un proposito che – qualora si manifestino nuovi fatti – condurrà ad uno scenario ancor più scandaloso e bollente: “Se dovessimo riscontrare nelle prossime settimane, come alcuni indizi investigativi e una “insolita sicurezza” della ragazza ci portano ad ipotizzare, che vi possa essere in Italia una “persona importante” – un “colletto bianco” collegato con Sao Paulo – a cui queste persone farebbero riferimento in Italia, ricevendo un supporto per risolvere o, di più, creare non definiti problemi a chi si opporrebbe legittimamente alla loro “presa mortale”, lo individueremo ed anche qualora dovesse fare ciò che fa, perché probabilmente ricattato a sua volta, ne sveleremo l’identità: è solo una questione di tempo”.


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