I casoni della Laguna di Grado: un viaggio tra silenzi, vento e memoria
Questa è una terra ricca di storia dove sorgeva un’antichissima via romana, ora interamente coperta dall'acqua.
Laguna e Casoni
C’è un luogo, tra terra e mare, dove il tempo sembra essersi fermato. Un luogo fatto di acqua che riflette il cielo, di vento che sussurra tra le canne, e di silenzio che avvolge l’anima. È la Laguna di Grado, e i suoi casoni ne sono il cuore segreto.
Pasolini e l’anima poetica della laguna
Pier Paolo Pasolini, spirito inquieto e visionario, aveva trovato nella Laguna di Grado un rifugio dell’anima. Il suo legame con Mota Safon, un’isoletta lagunare, era così profondo da spingerlo a girarvi alcune intense scene del film Medea (1969).
In quel piccolo casone di canne e paglia, immerso nel nulla e nel tutto, Pasolini si fermava spesso: leggeva, pensava, ascoltava. Attorno a lui solo silenzio, rotto di tanto in tanto dal battito d’ali di un gabbiano. Un silenzio sacro, che ancora oggi sembra sopravvivere tra le brume mattutine e le maree lente.
La laguna e i suoi casoni
La Laguna di Grado è un labirinto di canali, valli e “mote” – piccoli isolotti ricoperti di cespugli e canne palustri. È un ecosistema fragile e prezioso, modellato dall’acqua e dal tempo. Qui, un tempo, vivevano i pescatori lagunari, che costruivano i loro rifugi – i casoni – con ciò che la natura offriva: pali, canne, paglia.
Ogni casone custodisce la memoria di un vivere essenziale: una sola grande stanza con il focolare al centro, la porta sempre rivolta a Ovest, per sfuggire ai venti impetuosi provenienti da Est. Era il necessario, e nulla di più.
La batèla
Per muoversi in questo mondo d’acqua e bassi fondali, serve un’imbarcazione speciale: la batèla, tipica barca a fondo piatto, senza chiglia, condotta da un rematore in piedi. Elegante e silenziosa, può oggi essere anche motorizzata, ma mantiene il fascino delle cose antiche. È con la batèla che si esplora la laguna: lenta, rispettosa, quasi in punta di piedi.
I casoni oggi
Molti casoni esistono ancora. Alcuni giacciono abbandonati, divorati dal tempo e dalle maree, mentre altri sono stati recuperati con amore e rispetto. Alcuni sono diventati parte di un albergo diffuso, raggiungibili solo in barca, dove vivere un’esperienza autentica e sospesa.
Altri, più rustici, si sono trasformati in trattorie genuine, dove nella bella stagione è possibile gustare piatti di pesce freschissimo, accompagnati sempre con la polenta e un buon bicchiere di vino friulano.
Un’escursione da non perdere
Un’escursione tra i casoni è più di una semplice gita: è un rito, un cammino tra acqua e cielo, dove ogni dettaglio come un riflesso, una canna che fruscia, una barca che scivola, sembra portare con sé un messaggio antico.
Torna alle notizie in home