I dati degli sbarchi di Frontex. Gli affari delle gang e le rotte dei trafficanti di uomini
Più migranti nel Mediterraneo centrale, Italia sotto pressione. Gli scafisti non vanno mai in vacanza. Anzi. Le rotte dell’immigrazione clandestina verso l’Europa restano aperte. E se calano, complessivamente, gli ingressi di migranti illegali sul territorio dell’Ue ciò accade solo perché le vie di terra, a cominciare da quella dei Balcani, sembrano aver ormai esaurito la loro spinta propulsiva. Adesso gli scafisti riprendono la via del mare e mettono sotto pressione la rotta del Mediterraneo centrale. Quella che impatta direttamente sulle coste del nostro Paese.
I numeri Frontex
Ieri Frontex ha diffuso i dati sull’immigrazione illegale in Europa. E ha riferito che, dall’inizio dell’anno e fino a luglio, quindi nei primi sette mesi del 2024, sono entrati irregolarmente nel territorio dell’Unione poco più di 95mila migranti. Per la precisione, sarebbero stati 95.200. Il trend continentale è in calo, addirittura a doppia cifra: -18%. Un numero che tiene conto della clamorosa flessione registratasi sulle vie terrestri. Dai Balcani s’è registrato il 47% di arrivi in meno, alle frontiere dell’Europa dell’Est la flessione è stata pari al 46%, una diminuzione pari a quella che si è registrata alle Canarie mentre dall’Africa Occidentale sono entrati il 45% di migranti in meno. Le rotte del Mediterraneo, invece, sono in attivo. A cominciare da quella italiana. Nei primi sette mesi del 2025, si è registrato il 9% di arrivi in più rispetto allo stesso periodo del 2024. In tutto, ben 36.700 persone hanno raggiunto l’Europa approdando sulle coste italiane. Solo le vie del Mediterraneo Occidentale, che sarebbero gestite da reti di trafficanti algerine e marocchine, ha registrato un trend peggiore: +11%. Tuttavia, in termini assoluti, non c’è paragone: i migranti sbarcati nella penisola iberica, difatti, sono stati “appena” 8.940. Un numero che è di gran lunga inferiore a quello che, invece, ha raggiunto le acque territoriali italiane. Ed è (anche) per questo se è sulla rotta centrale, la più “trafficata”, che si è registrato il maggior numero di incidenti. Stando alle stime dell’Oim, l’organizzazione internazionale per le migrazioni, in sette mesi avrebbero perso la vita in mare poco meno di mille persone, per la precisione 947.
I migranti e le vie del Mediterraneo
L’immigrazione clandestina rimane un grande affare per le reti di scafisti che dal Nordafrica “vendono” i viaggi della speranza verso le coste europee. Le gang che controllano le vie occidentali, verso la Spagna, per intendersi, pretendono dai 900 a 20mila euro a viaggio. Ciò dipenderebbe (anche) dalle rotte da seguire. Che, in questo caso, partono dalle coste algerine e tunisine. La Libia si conferma il centro nevralgico delle operazioni clandestine. Colpa, ammettono da Frontex, dell’instabilità regionale che ha finito per dare spazio (e forza) alle organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di migranti tra le sponde del Mediterraneo. Da qui parte la stragrande maggioranza delle navi di disperati pronti a solcare il Mediterraneo centrale per arrivare in Italia. Epperò gli scafisti hanno, secondo i dati Frontex, aperto una nuova tratta che, proprio dalla Libia, arriva in Grecia. Per la precisione a Creta. Una necessità dettata anche dal dover tentare di eludere i controlli sempre più serrati su quest’area del Mar Mediterraneo. Sfruttando questa direttrice, circa 10mila migranti hanno potuto raggiungere illegalmente l’Europa.
Pagando prezzi non dissimili da quelli richiesti a chi, invece, punta ad arrivare in Spagna e Portogallo.
Le strategie dei trafficanti, il caso inglese
Le organizzazioni, inoltre, hanno messo a punto strategie, secondo Frontex, sempre più raffinate per dribblare i controlli. Uno degli escamotage utilizzati è quello delle partenze simultanee. Più navi in mare, nel tentativo di dividere il fronte dei controlli. Si tratta di una “soluzione” che è stata utilizzata, talora con successo, su un altro fronte caldissimo dell’immigrazione: il canale della Manica. Certo, le immagini delle tendopoli a Calais appartengono al passato, per quanto recente. L’emergenza non è tale a quella che si registrò negli anni pre-Covid. Ma tra la costa francese e Dover i trafficanti continuano a scorazzare e ad accompagnare decine e decine di migranti desiderosi di rifarsi una vita nel Regno Unito. Stando a quanto ha riportato Frontex, gli scafisti assiepano fino a cento persone alla volta su barchini che non stanno nemmeno a galla. Quelli in difficoltà vengono facilmente “ripresi” dalle guardie francesi e da Frontex. Gli altri, invece, proseguono pericolosamente verso il Regno Unito. C’è, però, da registrare che con il nuovo corso delle frontiere “chiuse” inaugurato da Rishi Sunak prima e rafforzato da Keir Starmer poi, gli sbarchi in Gran Bretagna sarebbero lentamente diminuiti fino a calare di quasi un quarto (-25%) nei primi sette mesi di quest’anno.