Cronaca

San Giovanni al Natisone, serata di violenza contro il titolare dell’osteria

A San Giovanni al Natisone un uomo di 73 anni è stato aggredito violentemente da dei ragazzi solo per aver chiesto di spostare le biciclette davanti alla sua attività.

di Gianluca Pascutti -

Ingresso del Pronto Soccorso dell'Ospedale Santa Maria della Misericordia - Udine 28/11/2015


Doveva essere una normale sera d’estate, ma a San Giovanni al Natisone, una località poco distante da Udine, si è trasformata in un incubo per Mario Deganis, 73 anni, storico titolare dell’Ostarie al Cjanton, aggredito senza pietà da un gruppo di cinque giovanissimi.

L’uomo, conosciuto e rispettato da tutta la comunità, aveva chiesto soltanto di liberare l’ingresso del locale, ostruito da biciclette lasciate a terra. Una richiesta di semplice buon senso, che ha scatenato invece la furia cieca di uno dei ragazzi: un pugno in volto, devastante, che ha fatto cadere Deganis privo di sensi.

Una comunità sotto shock: l’uomo perde un occhio

A San Giovanni al Natisone la notizia ha lasciato tutti sgomenti. L’aggressione ha causato un trauma cranico e la perdita irreversibile dell’occhio sinistro. I cinque si sono dileguati subito dopo, lasciando a terra la loro vittima. Solo l’intervento di un amico ha permesso di soccorrerlo e trasferirlo d’urgenza all’ospedale di Udine, dove è stato sottoposto a un delicatissimo intervento chirurgico.

L’intero paese chiede giustizia

L’osteria di Deganis non è solo un locale: è un punto di ritrovo quotidiano, un simbolo della comunità. Per questo a San Giovanni al Natisone la rabbia è tanta, e cresce l’indignazione per una violenza tanto gratuita quanto assurda. I Carabinieri hanno avviato le indagini, visionando le telecamere per identificare i cinque giovani, che secondo le prime informazioni sarebbero del posto.

La domanda che brucia: dove sono le famiglie?

L’episodio di San Giovanni al Natisone riapre un interrogativo che ormai non si può più ignorare: dove sono le famiglie di questi ragazzi? Perché adolescenti e giovanissimi si muovono come branchi, pronti a colpire con rabbia cieca chiunque osi contraddirli? È il segno di un vuoto educativo che diventa, di giorno in giorno, più pericoloso.

Il ricordo di Tominaga

Non possiamo non legare la ferita di San Giovanni al Natisone al ricordo ancora vivo di Shimpei Tominaga, morto a Udine nel giugno dello scorso anno dopo quattro giorni di coma. L’imprenditore era intervenuto, fuori da un kebab con modi pacati, per sedare una rissa tra due ucraini e tre trevigiani che li inseguivano, un gesto di coraggio pagato con la vita: un pugno lo ha fatto crollare a terra, senza più risvegliarsi.

A colpirlo fu Samuele Battistella, originario di Vittorio Veneto e residente a Mareno, reo confesso e con precedenti di violenza. Con lui c’erano Abdallah Djouamma, coetaneo di Conegliano, e un terzo ragazzo: tutti e tre con precedenti. Non era la prima volta: Battistella e Djouamma, già in passato, avevano aggredito un barista a Conegliano.


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