Scuola italiana tra presente e futuro: studenti pronti a ritornare tra i banchi
Scuola italiana, tra presente e futuro. L’estate sta per concludersi e, con le ultime giornate di sole, parte ufficialmente il conto alla rovescia per il ritorno tra i banchi. Il suono della campanella è ormai alle porte e migliaia di studenti si preparano a ripartire con lezioni, compiti e interrogazioni. Ma cosa pensano davvero i ragazzi della scuola italiana che stanno per ritrovare? Secondo il “Rapporto Giovani 2025”, pubblicato nelle scorse settimane da Il Mulino e curato da Ipsos per l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo – in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e con il sostegno della Fondazione Cariplo – il giudizio non sarebbe affatto indulgente: 6 giovani su 10 riterrebbero infatti che i voti scolastici non siano in grado di riflettere il reale talento degli studenti. Un dato – quello visto dai giovani rappresentativi tra i 18 e i 34 anni – che accende il dibattito sulla capacità del nostro sistema educativo di valorizzare le differenze e preparare gli studenti al futuro. “Inoltre, solamente 1 su 3 riconosce alla scuola un ruolo positivo nel valorizzare le capacità individuali. Insomma la scuola sembrerebbe vista come poco equa e incapace di superare le disuguaglianze sociali”, commenta Carmela Tiso, portavoce nazionale di Accademia Iniziativa Comune e presidente della Associazione Bandiera Bianca. Che poi si rivolge alle istituzioni: “Alla luce di tutto questo, Accademia Iniziativa Comune ritiene urgente sollecitare un intervento del governo forte, concreto e strutturato per il rilancio della scuola come vero motore di equità, mobilità sociale e innovazione”. E a proposito di esecutivo Meloni e ministero delI’Istruzione e del Merito, è stata una estate intensa per il ministro Giuseppe Valditara. Tra le azioni del dicastero, la firma del decreto per le assunzioni dei docenti nelle scuole statali di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2025/2026, per un totale di 48.504 posti, dei quali 13.860 sul sostegno (e il successivo Decreto del Ministro per disciplinare l’assunzione di 6.022 docenti di religione, in seguito al concorso bandito del 2024, ndr). “Per settembre assumeremo oltre 54 mila docenti tra posti comuni, di sostegno e di religione. Un numero record. Contiamo così di dare maggiori garanzie di continuità didattica agli studenti e di stabilità agli insegnanti. Abbiamo dedicato particolare attenzione alla continuità didattica per il sostegno, consapevoli dell’importanza che essa riveste per i ragazzi più fragili. Sull’insegnamento della religione cattolica, stiamo realizzando la più importante immissione in ruolo degli ultimi venti anni”, ha dichiarato a luglio il Ministro Valditara. Che, poco meno di un mese fa, ha poi incontrato l’Ufficio di Coordinamento Nazionale dei Presidenti di Consulta (UCN) per un confronto aperto sui principali temi legati alla scuola italiana. Un appuntamento che ha assunto carattere regolare, con cadenza bimestrale. Al centro del dialogo: le prospettive dell’Intelligenza Artificiale nella scuola e per la scuola, il benessere psicologico degli studenti, il rafforzamento della rappresentanza studentesca, i risultati positivi di Agenda Sud e Nord, il tema dell’educazione alle relazioni e la relativa formazione dei docenti e il rafforzamento delle attività di internazionalizzazione. Tra le proposte emerse dai Coordinatori regionali dei Presidenti delle Consulte, particolare importanza ha avuto l’idea di istituire un organismo di rappresentanza studentesca a livello europeo, ispirato al modello delle Consulte italiane. Il Ministro ha accolto con favore l’iniziativa, dichiarando il proprio impegno a presentarla alla vicepresidente esecutiva della Commissione europea responsabile delle politiche per l’istruzione, Roxana Mînzatu.
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