Esteri

Adesso i bambini di Gaza chiedono di morire per avere cibo e acqua in Paradiso

Pedro Almodóvar ha chiesto al governo spagnolo di “rompere tutte le relazioni diplomatiche”

di Ernesto Ferrante -


Il governo israeliano si riunirà domenica sera per fare il punto sulla situazione nella Striscia di Gaza. L’ultimo incontro si è tenuto martedì sera mentre centinaia di migliaia di israeliani erano in piazza a manifestare per chiedere all’esecutivo guidato da Benjamin Netanyahu di raggiungere un accordo per la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.

L’evacuazione di Gaza City è “inevitabile”. Lo ha detto il portavoce delle Idf in lingua araba, Avichay Adraee, confermando i piani dell’esercito dello Stato ebraico per prendere il controllo della città più grande dell’enclave palestinese.

I civili di Gaza nella morsa della fame e della carestia

Settantacinque palestinesi sono stati uccisi nelle scorse 24 ore dall’esercito israeliano. Tra le vittime, 18 sono state colpite mentre attendevano la distribuzione degli aiuti. Dall’inizio della guerra, il 7 ottobre 2023, i morti sono 62.895.

Continuano a piovere accuse su Tel Aviv. “La carestia a Gaza è dovuta alle consegne di aiuti che sono limitate e compromesse”, ha affermato Joyce Msuya, assistente del segretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari e vice coordinatrice degli aiuti d’emergenza, intervenendo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. “Oltre mezzo milione di persone attualmente rischiano la fame, l’indigenza e la morte a Gaza”, ha spiegato la funzionaria aggiungendo: “Entro la fine di settembre, quel numero potrebbe superare i 640.000. Praticamente nessuno a Gaza è immune dalla fame”. Secondo Msuya, la carestia è stata il risultato di oltre 22 mesi di consegne limitate e compromesse di aiuti umanitari disperatamente necessari, di un sistema sanitario indebolito, di scarse condizioni igienico-sanitarie e di mancanza di rifugi adeguati.

“La carestia a Gaza è una carestia progettata, una carestia prevista, una carestia provocata dall’uomo”, ha denunciato Inger Ashing, Ceo di Save the Children International intervenendo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ashing ha riferito che le cliniche dell’Ong a Gaza “sono sopraffatte dal bisogno”, piene di bambini malnutriti e delle loro madri disperate.

“I bambini non hanno la forza di parlare o persino di gridare per l’agonia. Giacciono lì, emaciati, letteralmente consumati da fame e malattie perché le scorte mediche e nutrizionali specialistiche di cui hanno bisogno sono praticamente esaurite”, ha proseguito il Ceo di Save the Children, denunciando migliaia di camion carichi di beni salvavita “tutti bloccati”. “In queste ultime settimane, sempre più bambini hanno espresso il desiderio di morire. Uno di loro ha scritto: ‘Vorrei essere in paradiso, dove c’è mia madre. In paradiso c’è amore. C’è cibo e acqua’”, ha concluso Inger Ashing.

La condanna dell’Unesco per la strage di giornalisti

L’Unesco ha condannato l’uccisione di cinque giornalisti nel raid condotto sull’ospedale Nasser da parte delle Idf e sollecitato una inchiesta per far luce sulle circostanze dell’attacco. A renderlo noto è stata Audrey Azoulay, direttrice generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (Unesco). Invocato il rispetto della risoluzione 2222 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che impone agli Stati di garantire che gli operatori dell’informazione possano svolgere il loro lavoro sul campo in sicurezza. L’ambasciatore israeliano all’Onu, Danny Danon, ha fatto sapere che “c’è bisogno di più tempo per indagare sugli attacchi israeliani all’ospedale Nasser”.

Reuters ha pubblicato un elogio funebre per Hussam al-Masri, il cameraman palestinese dell’agenzia di stampa ucciso dalle bombe israeliane. “Era un cameraman esperto il cui approccio positivo nelle situazioni più pericolose lo ha reso popolare tra la ristretta comunità di giornalisti di Gaza”, si legge nel necrologio. “Era forte, costante e coraggioso nelle circostanze più difficili”, ha ricordato Alessandra Galloni, caporedattrice di Reuters. Lascia una moglie malata di cancro e quattro figli, di 15, 18, 22 e 23 anni.

Pedro Almodóvar chiede un azione forte alla Spagna

Il regista Pedro Almodóvar ha chiesto al governo spagnolo di “rompere tutte le relazioni diplomatiche” e commerciali con Israele a causa del “genocidio” in atto a Gaza e invitato il primo ministro socialista Pedro Sanchez a “convincere” i suoi alleati europei a fare lo stesso. “Sono Pedro Almodóvar, regista cinematografico, e chiedo al nostro governo di interrompere le relazioni diplomatiche, commerciali e di qualsiasi altro tipo con lo Stato di Israele in segno di ripugnanza per il genocidio che sta perpetrando contro il popolo di Gaza sotto gli occhi del mondo intero”, ha dichiarato il regista iberico in un video pubblicato sull’account Instagram della sua casa di produzione “El deseo”.


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