Global Sumud Flotilla, la politica non si nasconda
Il ministro per la sicurezza nazionale di Israele annuncia che gli attivisti saranno trattati come terroristi
Per Israele non è accettabile che si definisca quanto accade a Gaza con il termine genocidio, ma è giusto paragonare gli attivisti di Global Sumud Flotilla impegnati a portare aiuti alla popolazione della Striscia a terroristi. E come tali lo Stato ebraico ha intenzione di trattarli. Al punto che il ministro della sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, per arginare l’iniziativa della Global Sumud Flotilla ha presentato al governo di Tel Aviv un piano che prevede di sottoporre al carcere duro i volontari che saranno fermati durante la missione umanitaria. Certo, meglio che sparargli addosso, come invece è stato fatto con il contingente UNIFIL di stanza in Libano. Forse anche quei militari dell’Onu erano stati paragonati a dei terroristi, probabilmente come i cinque giornalisti rimasti uccisi la scorsa settimana in un raid dell’Idf su un ospedale. D’altronde, se chiunque prende le parti della martoriata popolazione di Gaza, dove non è chiaro se Israele stia facendo più morti attraverso i missili e i proiettili o imponendo la fame e la carestia, viene tacciato di antisemitismo, non sorprende che chi prova a portare acqua e cibo a persone stremate venga considerato complice di Hamas.
L’opposizione chiede al governo di tutelare gli attivisti italiani
Allo stesso modo, non stupisce che quella parte politica che da tempo condanna la strategia e la violenza israeliane, ovvero i partiti di opposizione, chiedano a gran voce al governo di garantire l’incolumità degli attivisti italiani determinati a sfidare le autorità di Tel Aviv e a raggiungere la Striscia per portare aiuti, ma anche per combattere una battaglia divenuta ideologica a causa della miopia che ha contraddistinto l’azione dell’intera comunità internazionale negli ultimi oltre 70 anni, quella della causa palestinese. Richiesta assolutamente giusta, anche se strumentale, che però risulterebbe tanto più efficace, soprattutto rispetto alle iniziative che potrebbe assumere Israele, se ci si mettesse in gioco in prima persona, evitando di nascondersi dietro false icone alla Greta, come già accaduto anni fa sul fronte dell’ambientalismo. Invece di ammonire il governo, magari augurandosi che la missione umanitaria non fili liscia proprio per creare un caso nel caso, i parlamentari e i leader politici che tante parole stanno spendendo contro l’Israele di Netanyahu e a favore della Global Sumud Flotilla salgano sulla nave (l’europarlamentare di Avs Benedetta Scuderi ha già annunciato la propria presenza), provino a raggiungere Gaza con gli aiuti e sfidino il minaccioso piano di Tel Aviv.
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