Economia

Stangata miliardaria Antitrust sulle compagnie petrolifere

Nel mirino dell'authority l'intesa sui biocarburanti, pronti i ricorsi

di Giovanni Vasso -

Pompa di benzina - Imagoeconomica


Stangata miliardaria dall’Antitrust per le compagnie petrolifere: a causa di un presunto cartello sul biodiesel, l’autorità garante ha irrogato una maxi multa da 936 milioni di euro a sei compagnie. L’importo maggiore toccherà pagarlo a Eni ma l’azienda di San Donato Milanese, insieme alle altre coinvolte nell’istruttoria conclusasi con la sanzione, hanno già annunciato una furiosa battaglia a colpi di ricorsi.

L’Antitrust colpisce duro le compagnie petrolifere.

A far partire l’istruttoria dell’autorità garante per la concorrenza e il mercato è stato un “whistleblower”, ossia una fonte interna che ha spifferato i “fatti” delle compagnie all’authority. Secondo quanto rimproverato dall’Antitrust, le compagnie petrolifere si sarebbero “coordinate” tra di loro per determinare il valore della componente bio inserita nel prezzo del carburante. L’Autorità ha riferito di aver accertato un’intesa restrittiva della concorrenza nella vendita del carburante per autotrazione per tutte le parti, fatta eccezione per Iplom e Repsol, che nel frattempo ha acquisito Tamoil.

Il prezzo da pagare

L’ammontare complessivo della sanzione irrogata, complessivamente, dall’Antitrust alle compagnie petrolifere sfiora il miliardo di euro e si attesta precisamente a 936.659.087 euro. In dettaglio, l’autorità garante ha sanzionato Eni per 336.214.660 euro, Esso per 129.363.561 euro, Ip per 163.669.804 euro, Q8 per 172.592.363 euro, Saras per 43.788.944 euro e Tamoil per 91.029.755 euro. Cifre di tutto rispetto. Le compagnie sono pronte a ricorrere contro la stangata e si annuncia una furiosa battaglia a colpi di carte bollate. A guidare la riscossa c’è proprio Eni che non ci sta e critica ferocemente la pronuncia dell’authority.


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