Fedez confessa un reato in radio: “Bruciammo il centro sociale di destra Cuore Nero”
L'episodio, nel corso del podcast Pulp condotto con Mr. Marra
Fedez confessa un reato commesso nel 2007, caduto sicuramente in prescrizione, durante la trasmissione di una puntata di Pulp podcast che conduce con Davide Marra, aka Mr.Marra.
Fedez confessa un reato
Il fatto, ricostruito dal quotidiano Libero, durante un confronto che l’influencer ha avuto in studio con un attivista di Ultima Generazione che spesso lo ha preso a bersaglio per i suoi stili di vita, in particolare per l’uso di un jet privato.
Poi, mentre Fedez affermava la necessità di atti violenti per raggiungere gli obiettivi di azioni di attivismo sociale, la sua “confessione” nel rivelare di aver partecipato nel 2007 al danneggiamento del centro sociale di destra Cuore Nero a Milano. “Quando ha aperto Cuore Nero – avrebbe detto -, siamo andati a dargli fuoco. Risultato ottenuto? Abbiamo chiuso Cuore Nero. Almeno quello”.
La storia di Cuore Nero
L’episodio dell’attentato incendiario al centro sociale di estrema destra Cuore Nero avvenne la notte dell’11 aprile 2007 a Milano, in viale Certosa. L’incendio – dicono le cronache – danneggiò gravemente la struttura, che doveva ancora essere inaugurata – il 14 aprile era stata la data scelta per l’apertura -, causando ingenti danni ma senza feriti. L’azione venne all’epoca definita un attentato di “chiara matrice comunista” e “ad alto potenziale” dalle forze dell’ordine, che indicavano come probabili responsabili ambienti autonomi o collegati in qualche modo alle nuove Brigate Rosse che in quegli anni dominavano la scena dell’estremismo violento.
Il circolo Cuore Nero vera stato ideato per diventare un punto di riferimento per l’estrema destra milanese, erede di luoghi come Skin House.
La Skin House era un centro di ritrovo e organizzazione per skinhead neonazisti a Milano, in via Cannero. Si trattava di un edificio usato come base per concerti e incontri del circuito “white-power” e “Rock Against Communists” e presto diventò una sorta di “casa madre” per skinhead di estrema destra, da cui partivano anche spedizioni punitive di violenza contro attivisti e centri sociali di sinistra.
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