Così Macron ha finito per favorire la destra di Le Pen e Bardella
La crisi politica francese è figlia dell’arroganza di Emmanuel Macron e di un’élite che ha ignorato il popolo. Sciogliendo l’Assemblea nazionale, il presidente – che continua a incaricare premier su premier – ha creduto di poter piegare il Parlamento alla sua volontà. Ha ottenuto l’esatto contrario: un Paese ingovernabile e un’opinione pubblica sempre più attratta dall’alternativa patriottica del Rassemblement national.
Macron ha perso la maggioranza (centrista) nel 2022, ma ha continuato a imporre riforme impopolari e manovre punitive contro i ceti medi e popolari, trattando i francesi come sudditi da vessare. Ha chiesto compromessi agli altri, senza mai mettersi in gioco, rifugiandosi in una logica tecnocratica fuori dalla realtà. Oggi, la sua incapacità di ascoltare la Francia lo ha isolato, tanto che è stato abbandonato anche dai suoi ex alleati. Colui che si era presentato come baluardo contro l’estrema destra è diventato, ironia della Storia, il suo principale sponsor. E forse adesso i mercati e la finanza mondiale preferiscono Le Pen/Bardella alla sinistra radicale di Mélenchon.
Torna alle notizie in home