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La pena più dura per la donna che violentò e uccise la piccola Lola Daviet

La 12enne fu rapita all'uscita di scuola da una 27enne algerina. Ieri la pronuncia dei giudici, il caso che ha sconvolto la Francia

di Maria Graziosi -


Dahbia Benkired è stata condannata all’ergastolo, senza mai poter sperare di ottenere la condizionale per aver torturato, stuprato e ucciso la 12enne Lola Daviet. Un caso che ha scosso, profondamente, l’opinione pubblica francese. Una tragedia che ha avverato gli incubi peggiori delle famiglie, e non soltanto quelle transalpine. Una vicenda su cui, ancora una volta, s’è divisa la politica dilaniandosi nei soliti tentativi ideologici di trascinare in polemica una tragedia che definire orribile è ancora poco.

Il caso di Lola Daviet

Aveva dodici anni, Lola Daviet, quando fu rapita all’uscita di scuola da una 27enne algerina, Dahbia Benkired, che si trovava in Francia dal 2016 come studentessa. Solo che nel frattempo il permesso era scaduto e lei era incorsa in un decreto di espulsione che non era stato mai eseguito. Era stata fermata in un aeroporto col permesso scaduto ma, essendo incensurata, non era stata trasferita in nessun centro e le erano stati dati trenta giorni per lasciare il Paese. Era il 21 agosto del 2022. La Benkired non lascerà mai la Francia, purtroppo per la piccola Lola. Tutto accadde il 14 ottobre del 2022, a Parigi. La trascinò in un appartamento e lì la sottopose a ogni genere di sevizia. Fu torturata, violentata, uccisa. Al sesto piano del palazzo, nell’abitazione di sua sorella, in un immobile in cui i genitori di Lola vivevano e lavoravano in qualità di portieri. Dopo un’ora e mezza di inferno, infilò ciò che restava della ragazzina in un baule, abbandonandolo in strada.

Il processo e i tentativi di farla franca

Dahbia Benkired fu incastrata dalle videocamere di sorveglianza. Arrestata e trasferita in carcere. Ha dato, per anni, segnali di instabilità mentale. Si è dibattuto, a lungo, sulla sua capacità di “stare” nel processo. Le perizie si sprecavano, assegnandole di volta in volta patologie e condizioni cliniche che ne esaltavano un quadro profondamente disturbato e pericoloso. Il processo, però, si è fatto. E Benkired, che pure aveva tentato di chiedere perdono, non ha mostrato alcuna reazione. Fredda e distaccata. La famiglia di Lola Daviet aveva chiesto la pena massima che, in passato, era stata comminata solo a pochissimi criminali, serial killer e terroristi. I giudici, come riporta Le Figaro, hanno deciso di imporla pure alla 27enne algerina. Ma la Francia, un Paese in cui la percezione della sicurezza è stata messa profondamente in discussione negli ultimi anni, la polemica continua. Perché trainata, qua e là, dalla politica e dalle necessità del dibattito pubblico.


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