Il limite dell’età e le tragedie stradali. Tanti gli interrogativi
In Italia si vive sempre più a lungo, ma si guida anche troppo a lungo. È una contraddizione che le statistiche segnalano da anni e che ogni tanto la cronaca, drammaticamente, riporta a galla: il problema dei grandi anziani al volante. Le norme esistono, perché dopo gli 80 anni il rinnovo della patente è obbligatorio ogni due anni, ma i controlli sono spesso formali, non sostanziali. E così può capitare che un uomo di 85 anni, con patente scaduta e sospesa, salga comunque in macchina.
La tragedia stradale di Piavon di Oderzo
È accaduto ieri mattina a Piavon di Oderzo, nel Trevigiano. Alle 7.30, sulla provinciale di via Maggiore, il Suv guidato da Germano De Luca, 85 anni, di Fregona (TV), ha invaso la corsia opposta e si è schiantato contro un autobus Atvo carico di studenti diretti a scuola. L’impatto è stato devastante: l’auto distrutta, il bus finito su un fianco nel fossato. De Luca è morto sul colpo. Quindici ragazzi sono rimasti contusi o feriti, tutti anche sotto choc, ma nessuno in gravi condizioni. L’autista del bus, un quarantenne con diciotto anni di servizio, ha evitato il peggio: “Ho sentito la corriera andare giù nel fossato, andava piano e ci siamo ribaltati”, racconta una studentessa al pronto soccorso di Oderzo. “C’era chi urlava di aprire i finestrini per uscire”, aggiunge. Il conducente ha aperto la botola sul tetto, facendo evacuare i ragazzi uno a uno, come da protocollo di emergenza. Un gesto di sangue freddo che ha impedito una tragedia di proporzioni enormi.
La patente sospesa
Secondo gli accertamenti dei carabinieri di Cessalto, De Luca non poteva guidare: la patente gli era stata revocata a metà ottobre, dopo il mancato rinnovo per motivi medici. Solo poche ore prima dello schianto, avrebbe ricevuto la comunicazione ufficiale di riconsegna del documento. Un testimone ha raccontato che il suv “sbandava da un paio di chilometri”, segno che qualcosa non andava già prima della curva fatale. Resta da capire se sia stato un malore improvviso o una perdita di controllo legata a riflessi rallentati. Sul teatro dello schianto, vigili del fuoco di Motta di Livenza, carabinieri, ambulanze e l’elicottero del Suem 118. Entrambi i mezzi sono stati sequestrati. La verità è che per molti anziani rinunciare alla guida equivale a rinunciare alla libertà. È un problema culturale prima che normativo. La macchina è indipendenza, dignità, legame con il mondo. Ma ogni età ha i suoi limiti, e nessuna libertà può valere una vita. Secondo l’Aci-Istat, nel 2024 quasi un incidente su dieci ha coinvolto un conducente over 75. Eppure il tema rimane marginale, confinato nel pudore e nella paura di togliere un diritto. I controlli biennali, spesso ridotti a una formalità burocratica, non bastano più. Servono verifiche reali sull’idoneità psicofisica, test di reazione, valutazioni neurologiche. E serve anche un’assunzione di responsabilità da parte delle famiglie.
Caccia al pirata in Abruzzo
E mentre il Veneto fa i conti con la tragedia di Oderzo, in Abruzzo prosegue la caccia al pirata della strada che ha travolto e ucciso Rosanna Pigliacampo, 58 anni, di Campli, volontaria della Croce Rossa. È accaduto a Bellante Stazione, in provincia di Teramo. La donna stava attraversando la strada alle 6 per raggiungere il punto di ritrovo dei volontari quando un’auto l’ha centrata in pieno, fuggendo senza soccorrerla. Sull’asfalto, gli inquirenti hanno recuperato lo specchietto retrovisore del veicolo investitore, probabilmente una Fiat Panda chiara. È la prova che può chiudere il cerchio: il conducente avrebbe le ore contate. Non è escluso che possa costituirsi spontaneamente, per evitare un arresto in flagranza. Le accuse sono pesanti: omicidio stradale, omissione di soccorso e fuga. Rosanna Pigliacampo era molto conosciuta e stimata nella zona, simbolo di un volontariato silenzioso e quotidiano. La sua morte ha scosso un’intera comunità.
Il caso Martinez a Fenegrò
Intanto, un altro incidente riaccende il dibattito sulla sicurezza e sulla fragilità degli utenti della strada più anziani. A Fenegrò, nel Comasco, l’ottantunenne Paolo Saibene è stato travolto martedì mattina dal Suv del secondo portiere dell’Inter Josep Martinez. L’uomo si muoveva su una carrozzina elettrica. Secondo le prime ricostruzioni, avrebbe improvvisamente cambiato direzione, forse per un malore o un errore di valutazione, finendo nella corsia opposta. L’impatto inevitabile. Martinez si è fermato e ha chiamato i soccorsi. La Procura di Como ha aperto un’inchiesta per omicidio stradale, ma la dinamica, come a Oderzo, sembra legata più alla fragilità della vittima che alla responsabilità del conducente. Ci vorrà comunque una consulenza tecnica per saperne di più. Tre storie diverse, un messaggio: la sicurezza stradale non è solo questione di regole, ma di consapevolezza. Le norme sul rinnovo della patente sono severe, ma i controlli sono superficiali. Gli 80enni alla guida sono sempre di più, e con loro cresce il rischio. Il filo rosso è la fragilità umana: il tempo che rallenta i riflessi, la paura di perdere autonomia, la disattenzione che diventa tragedia.
Torna alle notizie in home