Madre e figlia nella cella frigorifera. Presi due fratelli
Il ritrovamento chiude il cerchio di un’assenza lunga oltre un anno e mezzo, e ora si trasforma in un caso di duplice omicidio tra i più inquietanti degli ultimi anni nelle regioni alpine.
Madre e figlia ritrovate nella cella frigorifera
Una madre siriana e la figlia di dieci anni, scomparse dal luglio 2024, sono state trovate morte nel fine settimana in una cella frigorifera murata dietro un pannello di cartongesso in un’abitazione alla periferia di Innsbruck. La polizia austriaca ha arrestato due fratelli di origine siriana, entrambi di 55 anni, ora detenuti in istituti diversi: uno nella capitale tirolese, l’altro a Salisburgo. Le vittime avevano interrotto ogni contatto con amici e familiari nell’estate 2024.
L’allarme
A far scattare l’allarme era stato un parente residente in Germania, che aveva segnalato non solo l’assenza di notizie, ma anche movimenti bancari sospetti riconducibili alla donna. Proprio da quegli alert finanziari sono partite anche alcune verifiche oltre confine, in particolare in Alto Adige, dove la procura di Bolzano e la polizia italiana avevano attivato accertamenti su possibili operazioni transfrontaliere e spostamenti di denaro. La cooperazione con le autorità tirolesi è rimasta costante nei mesi dell’indagine. Nonostante le ricerche avviate tra Tirolo e Südtirol, per molto tempo il caso è rimasto sospeso nell’incertezza: nessun corpo, nessun luogo preciso, solo il sospetto di una scomparsa “con esito violento”. Ripetevano le autorità austriache che hanno indagato in maniera certosina.
Il ritrovamento
Nel giugno 2025 i due fratelli erano stati fermati per evitare fughe o interferenze, ma l’inchiesta non aveva ancora una prova materiale. È arrivata qualche giorno fa, con il ritrovamento delle salme in un ambiente refrigerato nascosto architettonicamente: un lavoro definito dagli inquirenti “sofisticato”, pensato per celare a lungo la presenza dei cadaveri.
Nessun dettaglio sulle cause delle morti
Durante la conferenza stampa di Innsbruck, la Landespolizeidirektion e la Procura hanno confermato l’apertura di un formale procedimento per omicidio. Nessun dettaglio, però, sulle cause della morte, sulla dinamica o sul movente, ancora tutto da chiarire. Non è pubblico nemmeno il tipo di relazione esatta tra le vittime e i due sospettati, un elemento considerato centrale per ricostruire la catena degli eventi. Il caso ha suscitato forte eco anche in Alto Adige, dove le ricerche erano state attivate nella fase iniziale e dove gli inquirenti hanno lavorato per mesi sugli intrecci finanziari.
Violenza sulle donne e sui minori
Una vicenda che riaccende l’attenzione sulla protezione delle donne e dei minori, sulla tempestività delle indagini in situazioni di sparizione e sulla necessità di una cooperazione strutturata tra forze dell’ordine transfrontaliere. Le giurisdizioni alpine, ricordano gli investigatori, sono spesso teatro di fughe e occultamenti che sfruttano la vicinanza territoriale e la frammentazione dei controlli. Le autopsie, spiegano le autorità austriache, sono ora in corso. Le misure cautelari restano pienamente operative e sono avvalorate dal ritrovamento delle salme. E nelle prossime settimane la Procura di Innsbruck dovrà stabilire non solo come sono morte madre e figlia, ma soprattutto il movente: perché. Una risposta che, dopo sedici mesi di silenzi e ombre, diventa un dovere verso due vite cancellate e a lungo negate.
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