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Pagelle di governo: Calenda col gessetto, ma senza banco

Tra promossi e bocciati, resta il mistero: il maestro Calenda corregge tutti, ma non si assegna il voto.

di Andrea Fiore -


Carlo Calenda, ospite a Mattino 5, ha disegnato per gioco un governo “di buon senso”, come se fosse una lavagna di scuola con i nomi dei promossi e dei bocciati. Tra i promossi c’è Guido Crosetto, definito “ottimo ministro” e quindi confermato senza esitazioni. Marco Minniti verrebbe richiamato agli Interni, perché per Calenda la sua esperienza garantisce ordine e sicurezzaGiancarlo Giorgetti rimarrebbe all’Economia, giudicato “bravo” e affidabile, il tipo che non fa sceneggiate ma porta a casa i risultati. Giorgio Gori, invece, sarebbe il nuovo titolare dello Sviluppo economico: un profilo manageriale e pragmatico, scelto per sostituire Adolfo Urso, bollato come “incapace totale”. La sorpresa riguarda Giorgia Meloni, che Calenda immagina come “straordinaria ministra degli Esteri”, perfetta per rappresentare l’Italia fuori dai confini, quasi un complimento ironico: brava sì, ma meglio lontana da casa.

Le pagelle di Urso e Lollobrigida, manca Calenda stesso

Sul lato opposto della lavagna finiscono proprio Urso, bocciato senza appello, e Francesco Lollobrigida, indicato come simbolo di una classe dirigente che non consente di costruire nulla di solido. È un elenco che sembra più una pagella che un programma politico, con giudizi netti e motivazioni precise.

Il risultato è un dream team che dovrebbe riportare pragmatismo e calma, ma resta un dubbio ironico: dopo aver sistemato tutti gli altri, Calenda non ha chiarito quale sarebbe il suo ruolo. Non premier, non ministro, non opposizione: più che altro il professore che scrive i nomi alla lavagna e poi resta lì, con il gessetto in mano, a commentare.

Le pagelle di governo: un futuro da opinionista

E se il futuro fosse proprio quello di opinionista? Calenda potrebbe salire in cattedra accanto a Mauro Corona, Roberto Saviano e Nicola Gratteri: un quartetto da talk show che mescola montagna, letteratura, antimafia e politicaCorona porterebbe la sua voce ruvida e poetica, Saviano la penna tagliente e militante, Gratteri la competenza investigativa e l’esperienza sul campo. Calenda, con il suo gessetto e la lavagna dei “buoni e cattivi”, diventerebbe il professore che assegna voti e giudizi, pronto a spiegare chi merita la promozione e chi invece va rimandato a settembre.

Il risultato sarebbe un salotto televisivo a metà tra l’aula scolastica e il tribunale popolare, dove ogni settimana si discutono i temi caldi del Paese. Calenda potrebbe incarnare il ruolo dell’“opinionista di buon senso”, quello che non urla ma divide con cura, che non si candida ma commenta, che non governa ma assegna pagelle. In fondo, non sarebbe un ridimensionamento, ma un’evoluzione: da aspirante premier a voce critica stabile del dibattito pubblico. E forse, tra un bicchiere di vino di Coronauna citazione di Saviano e un’analisi di Gratteri, il suo posto lo troverebbe davvero: non al centro di un governo, ma al centro di un talk show.

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