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Politica

Arresti domiciliari per Totò Cuffaro: il gip dispone misure cautelari nell’inchiesta sulla sanità siciliana

di Lino Sasso -


L’inchiesta sulla sanità siciliana entra in una fase cruciale con gli arresti domiciliari per Totò Cuffaro. L’ex Presidente della Regione Siciliana è indagato insieme ad altre 17 persone per associazione a delinquere, turbativa d’asta, corruzione e traffico di influenze illecite. La decisione è stata presa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo, Carmen Salustro. Il magistrato ha accolto la richiesta della Direzione distrettuale antimafia due settimane dopo gli interrogatori preventivi previsti dalle nuove norme sulle misure cautelari.

Le accuse e il nuovo filone dell’inchiesta

Il procedimento, coordinato dalla Procura guidata da Maurizio de Lucia, punta a far luce su presunte ingerenze nelle scelte dei dirigenti pubblici, manovre politiche e amministrative all’interno della sanità regionale e su presunti accordi corruttivi relativi a gare e concorsi pubblici. Il quadro investigativo, ritenuto grave dagli inquirenti, ha portato a una serie di misure cautelari differenziate a seconda dei ruoli e delle responsabilità degli indagati.

Arresti domiciliari per Cuffaro, Colletti e Iacono

Oltre agli arresti domiciliari per Totò Cuffaro, la stessa misura è stata disposta anche per Roberto Colletti, ex direttore generale dell’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello e Antonio Iacono, attuale direttore del Trauma Center del Villa Sofia. Secondo gli inquirenti, i tre avrebbero avuto un ruolo centrale nelle dinamiche oggetto dell’indagine, che coinvolge diversi livelli della gestione sanitaria regionale. Per altri indagati, il gip ha scelto misure meno restrittive. In particolare Vito Raso, storico collaboratore di Cuffaro, dovrà presentarsi periodicamente alla polizia giudiziaria. Marco Dammone, funzionario commerciale della Dussmann, e Mauro Marchese, rappresentante legale della stessa azienda, sono invece sottoposti a obbligo di presentazione e a interdittiva di un anno dall’esercizio di attività imprenditoriali e ruoli direttivi. La Procura aveva inizialmente chiesto i domiciliari per tutti i 18 indagati, salvo poi revocare l’istanza per uno di essi, Vito Fazzino.

Dieci indagati restano a piede libero

Nessuna misura cautelare, invece, per altri dieci indagati, tra cui figure politiche e manager del sistema sanitario regionale. Respinta anche la richiesta di arresto per Saverio Romano, coordinatore nazionale di Noi Moderati, che resta indagato a piede libero. Romano ha commentato con moderata soddisfazione la decisione del gip: “Non ho ancora letto la misura – ha dichiarato all’Adnkronos – ma ho visto che per Cuffaro il reato è stato riqualificato in traffico di influenza. Sono comunque contento che, come dice il gip, nei miei confronti non ci siano esigenze cautelari”.

Gli arresti domiciliari per Cuffaro sono un terremoto politico per la Sicilia

L’inchiesta rappresenta un nuovo scossone per la politica siciliana e per l’intero comparto della sanità regionale. Gli arresti domiciliari per Totò Cuffaro, figura simbolo della politica isolana, già condannato in passato per fatti legati a mafia e rivelazione di segreto d’ufficio, assumono un peso politico rilevante e alimentano un dibattito che nei prossimi giorni continuerà a dominare il confronto pubblico.


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