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La strage dei senza fissa dimora: 43 in poche settimane

di Priscilla Rucco -


Domenica pomeriggio, parco di Colle Parnaso. I carabinieri trovano Viorel Obada, 45 anni, moldavo, morto tra i cespugli. Viveva lì, nel verde di un quartiere “per bene” del IX municipio di Roma. Qualcuno aveva provato a parlarci mentre portava fuori il cane. Niente. Viorel scappava, evitava lo sguardo. Fino a domenica, quando lo sguardo non c’era più. “Cause naturali”, dice il referto. Certo. Naturale morire a 45 anni tra i rovi perché non hai un tetto.

Una settimana prima, Milano. Parco Solari, domenica mattina. Un uomo, forse dello Sri Lanka, trovato morto vicino all’area giochi. Ha passato la notte al gelo. Mentre portano via il corpo è tutto normale: i cani corrono e i bambini giocano, giustamente ignari delle brutture del mondo. Nessuno si ferma. Il 2025 si sta concludendo con 500 morti. Si continua a parlare di “emergenza freddo” come se fosse un problema meteorologico improvviso. Nelle prime domeniche di dicembre, due senza fissa dimora morti, in differenti città.

I dati

I numeri li tiene la Fio.Psd, la Federazione che raggruppa 150 associazioni: 44 morti nelle prime settimane dell’anno in corso. Significa più di venti morti al mese. Più di uno ogni due giorni.

Il 2024 aveva chiuso con 434 morti totali, media di 36 al mese. Ma il 2025 sta andando peggio. Se il ritmo resta questo, si rischia di chiudere l’anno sopra i 500 decessi.

Nel 2021 erano morte 250 persone. In quattro anni siamo quasi al doppio. Solo nei primi nove giorni di gennaio erano già morte 11 persone.

Chi sono i morti?

Il 91% uomini, età media 44 anni l’età in cui si dovrebbe essere nel pieno della vita, invece si muore, per il freddo. L’aspettativa di vita in Italia è 81 anni.  Il dato però che non ci si aspetta è che il 18% sono giovani tra i 17 e i 29 anni. Nel 2024 ne sono morti 76. La seconda fascia d’età più colpita. La maggior parte stranieri (92%), arrivati qui con la valigia piena di speranze e morti su un marciapiede. Il 20% è stato ucciso. Aggressioni, omicidi. Un altro 15% per overdose o alcol. Un altro 15% si è suicidato. Dei 36 suicidi registrati, uno su tre riguarda un giovane.

Il 47% muore per eventi “traumatici”: vengono investiti, aggrediti oppure prende fuoco la “baracca”. Il 40% per malori o ipotermia. Non si muore solo d’inverno: i picchi sono tra dicembre-gennaio ma anche luglio-agosto. Il caldo uccide tanto quanto il freddo.

La Lombardia è in testa con 78 morti nel 2024, Lazio 50, Veneto 48, Campania 44. Ma non esiste più un posto in Italia dove questo non succede. L’Istat conta 96.197 senzatetto iscritti all’anagrafe. Sottostimati, ovviamente. A Roma probabilmente ce ne sono circa 23.420, di cui quattro mila dormono ogni notte per strada.

I “piani per il freddo”? La solita farsa

Arriva il freddo e i sindaci elaborano i “piani freddo”. Gualtieri a Roma ha stanziato 4,3 milioni per quattro tensostrutture da 70 posti per il Giubileo. Alla vigilia dell’Anno Santo ne avevano aperte due. La Caritas ha messo 24 posti a Ostia. Ventiquattro posti per una città con quattro mila persone in strada.

Ma molti senza fissa dimora non vanno, nei centri.Non mi fanno portare le mie cose, dove le lascio?”, dice un senzatetto a Piazza Vittorio a Roma. Ha ragione. Altri non sanno nemmeno che esistono strutture di accoglienza. Molti preferiscono la libertà della strada agli orari rigidi.

Servono case, non solo coperte

Cristina Avonto, presidente della Fio.Psd, afferma: “Muoiono d’inverno e d’estate, di freddo e di caldo, di malattie e di aggressioni. Muoiono di indifferenza e nell’indifferenza”. Dice che serve superare la “logica emergenziale”. Tradotto: basta coperte quando nevica. Serve una politica nazionale concreta sulla casa.

Esiste un modello che funziona: Housing First. Ti do una casa, poi vediamo il resto. Ha funzionato ovunque, ma in Italia resta confinato ai progetti pilota. Il Parlamento europeo ha chiesto di azzerare il fenomeno entro il 2030. Mancano cinque anni. Al ritmo attuale, avremo duemila morti. La Caritas conta 5,7 milioni di italiani in povertà assoluta. Uno su dieci.

Senza fissa dimora: l’indifferenza che uccide

Nel Parco Solari, dopo dieci minuti tutto è tornato normale. A Colle Parnaso i bambini giocano dove Viorel cercava di sopravvivere.

Viorel è morto solo, tra i rovi. La sua morte è stata archiviata come “naturale”, come molti senza fissa dimora. Come se fosse normale e giusto. Non lo è. E dovremmo avere almeno il coraggio di ammetterlo.


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