Cultura & Spettacolo

A Gibellina la traccia viva del talento dello scultore

di Francesca Gallo -


A Gibellina la traccia viva del talento dello scultore

sono artisti che diventano parte del paesaggio, della memoria, della storia. Arnaldo Pomodoro, “il gigante della scultura”, venuto a mancare lo scorso 22 giugno, lo è stato per Gibellina, comune in provincia di Trapani, dove resta il segno forte e poetico della sua visione. Un segno che continuerà a parlare, ad ispirare e a vivere con l’identità del luogo.

Arnaldo Pomodoro con la sua arte ha segnato in modo indelebile il nostro immaginario collettivo” dichiara il Sindaco Salvatore Sutera nell’esprimere, con profonda commozione, a nome dell’Amministrazione Comunale e dell’intera comunità di Gibellina, attraverso un post pubblicato sulla pagina istituzionale dell’Ente, un sentito messaggio di cordoglio per la scomparsa dell’artista. “Una figura simbolo dell’arte contemporanea, scultore visionario e instancabile sperimentatore che con la città di Gibellina ha intessuto un legame profondo e generoso”.

In anni cruciali per la rinascita culturale della città di Gibellina, andata completamente distrutta dal terremoto che nel 1968 devastò diversi Comuni della Valle del Belìce, il grande scultore ha offerto il suo talento, contribuendo con le sue scenografie e le macchine sceniche a dare vita a progetti teatrali e performativi di altissimo valore. Ricordiamo il Grande Aratro che l’artista progettò nel 1986 per la tragedia di “Didone, regina di Cartagine”, arricchendo e animando spettacoli, spesso prime mondiali, che hanno dato lustro e risonanza alla città di Gibellina, nell’ambito della Rassegna teatrale delle Orestiadi, giunta alla sua 44esima edizione. “Il suo passaggio a Gibellina rimane per noi – dichiara il sindaco- una traccia viva: nei materiali, nei segni, nei racconti, nelle visioni che ancora oggi animano la nostra vita culturale. Le sue opere non sono state semplici contributi artistici, ma gesti di fiducia e di costruzione condivisa, capaci di dialogare con l’identità spezzata e ricomposta di Gibellina, città ferita dal sisma e rinata attraverso l’arte”. Oggi camminare per le strade e le piazze di Gibellina significa immergersi in visioni del mondo che arrivano da lontano e che parlano a tutti.

Una città che proprio in questi giorni è teatro della quinta edizione di “Gibellina Photoroad”, un progetto visionario che trasforma lo spazio urbano in paesaggio visivo, libero, tra arte pubblica e sguardi contemporanei. Un festival unico, il primo open air e site-specific di fotografia in Italia, in cui l’arte non è solo da vedere ma da vivere. Stampe giganti, mostre outdoor, proiezioni e installazioni, sotto la direzione artistica di Arianna Catania, sono stati pensati per interagire col tessuto urbano di Gibellina che, dalla ricostruzione post-sisma, grazie al contributo di alcuni tra i più importanti architetti e artisti della seconda metà del ‘900, oggi si identifica come il più grande museo a cielo aperto d’arte contemporanea d’Europa. Gibellina Photoroad, in programma fino al 20 agosto vedrà la partecipazione di oltre 20 artisti provenienti da ogni parte del mondo, autori affermati della fotografia internazionale, come Alex Majoli, Mandy Barker, Paolo Ventura e Feng Li, che si confronteranno sul tema “Senza Tempo”, con l’obiettivo di promuovere una visione della fotografia come arte pubblica e accessibile. “Si è scelta la fotografia, poiché tale linguaggio artistico è al centro della cultura contemporanea” spiega la direttrice Catania. “Fotografia che, con l’avvento del digitale, si imposta come veicolo primario di comunicazione e che si afferma come arte diffusa, sociale, popolare, versatile, un mezzo potente di espressione che avvicina l’arte alle persone, intento primario del festival”.

Sostenuta dal Comune e dalla Fondazione Orestiadi, Gibellina Photoroad si presenta come un’edizione speciale che abbraccerà anche il 2026, quando la città sarà la prima Capitale Italiana dell’arte contemporanea. “Promuovere iniziative come questa significa abitare il presente con occhi aperti al futuro – commenta Sutera – un evento che è occasione straordinaria di scoperta, di incontro e di ispirazione, con cui il nostro Comune rinnova il suo impegno per una cultura che attraversa i luoghi e li rende vivi”.


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