Attualità

Aganis: tra leggende, acque e misteri senza tempo

Fascino e mistreo tra i corsi d'acqua della Carnia. Alla scoperta delle Aganis

di Gianluca Pascutti -


Aganis, figure avvolte da fascino e mistero, popolano da secoli le leggende del Friuli e delle Alpi. Creature acquatiche, a metà tra il mito e la tradizione popolare, continuano a incantare con le loro storie legate a ruscelli, fiumi e fonti.

Origini di un nome antico

Il termine Aganis deriverebbe dal latino aquana di tradizione aquileiese. Queste ninfe d’acqua, radicate nella mitologia alpina e particolarmente care alla Carnia, sembrano affondare le proprie radici tanto nella cultura romana quanto in quella germanica più arcaica.

Le ninfe delle acque

Le Aganis sono spiriti dei corsi d’acqua: ruscelli, torrenti, fonti e fiumi. Sempre femminili, assumono sembianze mutevoli: a volte giovani e seducenti fanciulle, altre volte donne anziane, ma sempre energiche e vitali. Nelle notti di luna piena era possibile scorgerle danzare in cerchio, avvolte in candidi abiti bianchi che lasciavano asciugare al chiarore della luna.

Donne, sogni e magie

Secondo la tradizione popolare, le Aganis non erano soltanto presenze misteriose, ma anche protettici dell’uomo. Ai pescatori portavano fortuna, alle donne insegnarono l’arte della lana, agli uomini la trasformazione del latte in formaggio. Si racconta persino che avessero il dono di far sognare dolcemente i bambini.

Testimonianze in Friuli

Le leggende sulle Aganis si ritrovano in gran parte del Friuli. A Chiusaforte, nel rio Macile, si dice fosse facile scorgerle emergere dalle acque. Ma racconti e testimonianze compaiono anche ad Andreis, San Daniele, Blessano e Feletto, dove la loro presenza era ritenuta indiscutibile.

La doppia natura delle Aganis

Come l’acqua che scorre, le Aganis sanno essere tanto dolci e generose quanto temibili e spietate. Benevole se rispettate, diventavano vendicative se offese, portando sfortuna per tutta la vita. Tra le più oscure vi sono le Krivapete, spiriti malvagi della tradizione slovena e delle Valli del Natisone, da cui è meglio tenersi lontani.


Torna alle notizie in home