Alcool? No, grazie
Con la complicità dell’estate, le uscite pomeridiane e serali aumentano e con esse il consumo di alcool. Ultimamente sta spopolando una nuova moda: i “mocktail” ovvero aperitivi e bevande analcoliche. Il nome nasce dall’unione di due parole: “mock”, ovvero “imitare” in inglese e cocktail. Così sono nati i curiosi della sobrietà (“sober curious”) sorti nei Paesi anglosassoni e diffusi rapidamente in tutto il mondo. Non si tratta di rinnegare l’assunzione del vino o dell’astinenza da esso, ma del domandarsi perché se ne faccia uso. Tra gli astemi convinti, il “sobrio in equilibrio” e il sober curious, c’è la consapevolezza che bere alcool non sia e non debba essere un’assunzione automatica o imposta dalla società. Di solito si pensa che l’assunzione di alcolici sia in larga maggioranza dei giovani – chiamati anche Gen Z– mentre in realtà sarebbero le persone più mature – i Millennials – a farne uso. Scordiamoci quindi le carte dei vini, i grandi calici di rosso e gli shot nei bar di moda delle città di mare rinomate. Ridurre l’uso dell’alcool o farne a meno inizia ad essere una moda sociale, come per anni lo è stato brindare con champagne, prosecco e spritz. I mocktail non sono solo belli da vedere -perché molto scenografici- ma anche gustosissimi da provare. La rivoluzione culturale che questa alternativa propone potrebbe salvare anche numerose vite. Prendendo in considerazione i dati diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), annualmente l’uso smodato di alcolici provoca tre milioni di morti in tutto il mondo. Solo in Europa i decessi arrivano al 5% del totale complessivo delle morti. Inoltre, prendendo in considerazione una fascia di età dai 18 ai 35 anni, oltre otto milioni di persone hanno avuto comportamenti a rischio a causa dell’assunzione irresponsabile di alcool, anche con conseguenti patologie ad esso collegate. Un po’ per responsabilità, per necessità o per moda, bere i mocktail non impedirà alle persone di divertirsi restando sobri e consapevoli dei propri atteggiamenti. Gli ingredienti sono totalmente naturali e vedono l’utilizzo di spezie, frutta esotica, distillati analcolici e tanti infusi di tutti i tipi. I bar di tendenza si sfidano con ricette ricercate e complesse per offrire a tutti i propri clienti la sezione “no alcool” o “zero proof”, che una volta doveva essere richiesta espressamente, perché non presenti nelle carte dei cocktail arrecando talvolta anche imbarazzo nel richiederli. Anche le grandi multinazionali stanno adeguandosi a questa nuova richiesta. Le grandi marche storiche e le etichette più famose stanno investendo economicamente a grandi livelli per la produzione di bevande sofisticate che possano conquistare il mercato. Per i prossimi anni, infatti, si prevede il raddoppio delle richieste dei mocktail. Addirittura, molte marche hanno già immesso nel mercato le loro più famose bevande alcoliche in versione zero alcool. Questa inversione di tendenza o di pensiero culturale che ricerca il divertimento attraverso “lo sballo dell’alcool”, sembra stia per finire. Che sia un cambio generazionale o una rivoluzione consapevole, l’importante è restare lucidi e padroni della nostra vita. L’equilibrio sostituisce l’eccesso che talvolta può trasformarsi in una prigione chiamata dipendenza. Brindare sì, ma con responsabilità ed intelligenza.
Torna alle notizie in home