Politica

PRIMA PAGINA-Allargare il centrodestra alle forze liberali e riformiste. Intervista a Raffaele Nevi

di Giuseppe Ariola -


La vittoria in Basilicata consolida la maggioranza di centrodestra e, con gli opportuni distinguo da fare per quanto riguarda gli appuntamenti elettorali a livello locale, vede sul campo alcuni elementi di novità che potrebbero essere esportati anche in occasione di altre consultazioni. Ce lo conferma il deputato e portavoce di Forza Italia, Raffaele Nevi, che ci ha parlato proprio dell’intenzione di aprire Forza Italia a tutte quelle formazioni con cui si condividono visione politica e valori, a partire dalle prossime elezioni europee.

Partiamo dal risultato della Basilicata, siete soddisfatti?

“E’ un risultato molto importante che consolida il buon andamento di Forza Italia. Si tratta chiaramente del frutto dell’ottimo lavoro svolto da Vito Bardi e dalla sua squadra in questi anni, ma certamente ha inciso anche il buon momento di Forza Italia, sempre più centrale nella coalizione, che si conferma un partito in grado di aggregare le forze di ispirazione liberale, popolare e riformista. Rivendichiamo la scelta di aver puntato su Bardi fin dall’inizio, convinti fosse la persona giusta per allargare la coalizione e, infatti, così è stato”.

Che possibilità c’è di esportare l’esperimento lucano anche a livello nazionale?

“La Basilicata è un modello che può essere riproposto anche a livello nazionale per un accordo con quelle forze, come Azione, che vivono male la coalizione di centrosinistra e sono realmente alternative al Movimento 5 Stelle. Il Pd sembra ormai aver scelto definitivamente di abbracciare i grillini. Per noi è quindi possibile intercettare quelle forze che sono sempre più interessate a un rapporto con un centrodestra più liberale”.

Insomma, il campo largo si è spostato dal centrosinistra al centrodestra.

“Noi siamo sempre stati per allargare il perimetro della coalizione, come teorizzava Silvio Berlusconi, per aprire le porte della nostra coalizione a tutti quei partiti che condividono i nostri valori. Un tentativo che stiamo facendo anche in vista delle prossime elezioni europee per quanto riguarda l’aggregazione di movimenti civici e che sta andando molto bene e ha già prodotto l’accordo con la Südtiroler Volkspartei e con Noi Moderati. Ma il nostro appello, rivolto a tutti quanti pensano che in Italia serva una linea politica più liberale, è quello di unirsi all’unico polo liberale che esiste nel paese, cioè il centrodestra di cui Forza Italia è un elemento sempre più centrale”.

A proposito di Berlusconi, l’attenzione che ha sempre posto all’unità del centrodestra resta ancora oggi un elemento vincente?

“Assolutamente sì e non solo per quanto riguarda l’unità. Noi abbiamo la necessità e il dovere di individuare e indicare, per quanto riguarda le elezioni a tutti i livelli, dalle amministrative alle politiche, i candidati migliori, indipendentemente dalla forza politica a cui appartengono. Questo è un elemento fondamentale che il presidente Berlusconi ha sempre privilegiato. Inoltre, come dimostrano i fatti, i candidati di Forza Italia sono anche i più indicati ad allargare la coalizione per la loro capacità di dialogare con quelle forze riformiste e liberali che non sempre hanno scelto il centrodestra”.

E’ la conferma che il consolidamento del bipolarismo non lascia spazi al di fuori dei due grandi schieramenti di destra e sinistra?

“Questo vale tanto più soprattutto quando c’è un meccanismo elettorale, come nel caso delle regionali, in cui vince chi sa aggregare, ma è certamente importante anche a livello nazionale, perché una forza da sola può avere anche le idee migliori, ma se non si allea con altre così da ottenere almeno la maggioranza relativa non può governare. Anche in quest’ottica la nostra sfida è quella di far diventare il centrodestra un polo sempre più liberale, riformista, atlantista ed europeista”.

Come influirebbe un’affermazione del centrodestra sulla prossima Commissione europea?

“Più le forze di centrodestra e del Ppe in particolare riusciranno ad avere successo, più l’asse della futura Commissione sarà spostato in questo campo, rendendo più forti le istanze che provengono dal nostro mondo piuttosto che da altre realtà, come per esempio i socialisti. Come abbiamo detto più volte, vogliamo costruire le condizioni affinché si formi una maggioranza senza il Pse. Per fare questo è necessario votare bene e sostenere quelle forze politiche che possono fare la differenza. Il Ppe è centrale proprio per questo motivo e più forte sarà Forza Italia, più forte sarà il Ppe e più deboli saranno i socialisti”.


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