Aumenta la pressione sul Venezuela. L’estrema destra invoca l’invasione statunitense
Sventato un finto attacco orchestrato dalla Cia per incastrare Caracas
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha fatto sapere di aver smantellato una “cellula finanziata dalla Cia” che stava pianificando un finto attacco contro il cacciatorpediniere statunitense Uss Gravely, ormeggiato a Trinidad e Tobago, a pochi chilometri dalle coste venezuelane.
Caracas ha definito la presenza della nave una “provocazione volta a scatenare una guerra nel Caribe” e ha reagito sospendendo un accordo sul gas con lo Stato insulare dell’America centrale caraibica, accusando la premier Kamla Persad-Bissessar di aver trasformato il Paese “in una portaerei dell’impero americano contro il Venezuela”.
Lo scontro Usa-Venezuela è salito d’intensità
Secondo il ministro dell’Interno Diosdado Cabello, quattro persone sarebbero state arrestate nell’ambito dell’operazione, anche se non sono stati forniti dettagli sui presunti responsabili. Il Pentagono ha dispiegato sette navi da guerra nei Caraibi e una nel Golfo del Messico, e ha annunciato l’imminente arrivo della portaerei Uss Gerald R. Ford.
Le tensioni hanno superato il livello di guardia con il sorvolo di due bombardieri B-1B americani vicino alle coste venezuelane, il terzo episodio del genere registrato nelle ultime settimane. Washington sostiene che le incursioni mirino a contrastare il traffico di droga, mentre Maduro ritiene che gli Stati Uniti vogliano “fabbricare una guerra” e destabilizzare il suo governo.
L’estrema destra venezuelana vuole il pugno duro di Trump
Il leader dell’opposizione venezuelana latitante in Spagna, Leopoldo López, ha espresso il suo appoggio a “qualsiasi intervento” degli Stati Uniti, incluso quello militare, per rimuovere Maduro, che ha definito “capo del narcotraffico”.
Lopez ha denunciato il piano del presidente di privarlo della sua nazionalità, etichettandolo come “atto profondamente arbitrario” e privo di ogni fondamento costituzionale. Maduro ha formalmente richiesto venerdì 24 ottobre 2025 alla Corte Suprema di Giustizia (TSJ) la revoca della nazionalità per il suo avversario politico, incolpandolo di promuovere un’invasione militare e un blocco economico. L’azione legale trova fondamento nell’articolo 130 della Costituzione e nella Legge Organica di Liberazione Simón Bolívar.
Lopez legittima l’azione dI Washington contro Maduro
Il fondatore di Voluntad Popular ha legittimato le ingerenze statunitensi, negando che siano rivolte contro il Venezuela. “Non è un’operazione contro i venezuelani, ma contro il Tren de Aragua e il Cartel de los Soles”, ha insistito in una conferenza stampa a Madrid, in cui ha cercato di far passare le misure statunitensi come un modo per “rivendicare” la “sovranità” chiesta con le elezioni di luglio.
Il sostenitore del tentato golpe del 2019 per mano di Juan Guaidò ha ribadito di essere d’accordo con “qualsiasi misura di pressione” e si è detto convinto che anche i venezuelani la pensino così.
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