Politica

Autostrada per le elezioni tra Trentino e Veneto

di Ivano Tolettini -


Sarà che l’autostrada fantasma Valdastico Nord con immissione sull’Autobrennero in Vallagarina a Rovereto Sud non piace a nessuno, né in Trentino né in Veneto, salvo al governatore Maurizio Fugatti che l’ha propugnata con la sua giunta; sarà che tra due mesi si vota il rinnovo del Consiglio della potente provincia autonoma di Trento e il leghista Fugatti è di gran lunga il favorito, dopo avere ricompattato il centrodestra all’indomani degli spifferi che provenivano da Fratelli d’Italia per una ventilata candidatura alternativa subito rientrata; sarà che un accordo Trentino-Veneto sull’asse A31 farebbe contento il ministro alle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini, che continua a ribadire – l’ha fatto anche due giorni fa – che devono essere i territori a trovare un buon accordo per gli utenti per la prosecuzione della Valdastico più di mezzo secolo dopo il primo progetto, fatto sta che quello che pareva impossibile adesso potrebbe diventare possibile.

VARIANTE
In gergo si chiama progetto di variante al Piano urbanistico provinciale (Pup) relativo all’Ambito di connessione del corridoio nord-est, nella realtà è lo strumento che consente la realizzazione dell’importante infrastruttura per la quale le categorie economiche venete, e in particolare vicentine, si spendono da decenni, prima della doccia fredda del ventilato sbocco a Rovereto che ha visto loro alzare le barricate. Fugatti dopo avere tenuto il punto per quasi cinque anni, assieme al presidente di Confindustria Trento, Fausto Manzana, di fronte al secco no del mondo associativo e delle categorie trentine ha optato per una versione soft, inclusiva, tanto che lo scorso luglio dopo avere portato in giunta la delibera in seconda adozione, ai giornalisti ha dichiarato: “Va messo in risalto che la deliberazione non contiene alcuna opzione progettutale riguardo ad eventuali uscite di nuove connessioni in Trentino, compresa quella più volte ipotizzata che interesserebbe la zona di Rovereto Sud, ma il progetto di variante pone le condizioni e detta il metodo, affinché possano essere effettuate le scelte in tema di connessione con il Veneto”. Insomma, lo strumento urbanistico quadro consente il prolungamento della Valdastico Nord – passaggio obbligatorio perché senza il via libera del Trentino non si può realizzare alcuna opera anche se Roma lo volesse – ma non pone la pregiudiziale Rovereto Sud. La Provincia, dunque la giunta Fugatti, è aperta a qualsiasi soluzione purché fattibile sul piano tecnico. Questa improvvisa apertura è stata letta positivamente dalle categorie venete, soprattutto da quelle vicentine con in testa la presidente di Confindustria Laura Dalla Vecchia. Ma come spiegare il cambio di strategia da parte di Fugatti? Non va scordato che lo scorso 8 maggio la Terza commissione del consiglio provinciale aveva votato contro il suo stesso presidente, bocciando l’ipotesi Rovereto Sud con nessun voto a favore. Lega e Fratelli d’Italia capita l’antifona si erano astenuti, e anche i sindaci trentini interessati alla A31 Nord avevano ribadito il netto rifiuto all’ipotesi Vallagarina. Tenuto conto che tra poche settimane si vota Fugatti ha fatto di necessità virtù ed in luglio ha portato in giunta il nuovo progetto che disegna una possibile opzione di variante al Pup approvato ancora nel lontano 2008, che prevedeva un corridoio di connessione con il Veneto in alternativa all’asta dell’Adige ed a quella della Valsugana. Appunto la A31.

CONCERTO
Il governatore Fugatti fa sapere che “l’iter prevede la concertazione con il territorio perché l’attuazione delle scelte infrastrutturali sarà preceduta da una fase partecipativa che viene resa obbligatoria proprio da questa variante”. In soldoni che cosa vuol dire? Che tutto è spostato a dopo il rinnovo in ottobre della giunta. La prossima legislatura sarà quella con ogni probabilità decisiva per scrivere la parola definitiva sulla Valdastico Nord, di cui la concessionaria A4 Holding ha pronti i progetti. “Attendo che trovino un accordo Trentino e Veneto, perché da autonomista per me la voce dei territori è fondamentale. Non farò mai un’infrastruttura sulla testa di un sindaco, di un presidente, di un governatore. Se le due comunità troveranno un accordo sarò felice, perché forzature non ne faccio sulla pelle dei territori”, conclude il ministro competente, e leader leghista, Matteo Salvini.


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