Attualità

“Basta spot, ora devono ascoltarci Ma senza Europa sarà un disastro”

di Maurizio Zoppi -

Roberto Ammatuna sindaco di Pozzallo


La città di Pozzallo con i suoi abitanti, tocca con mano il fenomeno migratorio dei “viaggi della speranza”. La piccola città in provincia di Ragusa, con il suo hotspot è anche sede di un centro Sai (Sistema Accoglienza Integrazione) e un centro dedicato esclusivamente ai minori accompagnati. Il suo sindaco, Roberto Ammatuna, eletto con una lista civica, da molti anni è in prima linea rispetto alla tematica e al problema. Ha affrontato numerose emergenze nel corso degli anni e ad oggi è molto critico nei confronti di ogni organo politico-istituzionale. Il primo cittadino non risparmia nessuno. Passa da Palermo, sede dei Palazzi della Regione Siciliana, raggiunge Roma dove governa la premier Meloni, ed arriva sino a Bruxelles dove i suoi politici europei “sono i grandi assenti” rispetto a questo grande problema che affligge le coste italiane.
Sindaco come sta vivendo l’emergenza migranti in queste ore?
Da qualche tempo, assistiamo ad un po’ di disorganizzazione e disordine. Al momento sono presenti 350 persone all’interno dell’hotspot. Oltre 150 i minori presenti al centro di Pozzallo.
Disorganizzazione e disordine…
Noi abbiamo avuto degli anni abbastanza tranquilli, tutto si svolgeva con ordine, gli sbarchi erano i più regolari possibili, in sicurezza. Non è solo un problema di aumento del numero, io noto in città che i migranti sono in giro a gruppi. E prima non accadeva.
In che senso?
Vorrei precisare che la città di Pozzallo da sempre è stata inclusiva, senza alcun problema razziale. Ma al momento in città vige un senso di poca sicurezza. Questi migranti vanno in giro determinando un minimo di insicurezza e di disordine. Siccome la stagione estiva è alle porte e i numeri al momento sono enormi, quello che percepisco è che, questo disordine potrebbe aumentare sempre di più. Spero che non si sviluppi qualche germe di intolleranza nei confronti dei migranti. Sarebbe insopportabile.
Il governo Meloni ha varato delle ordinanze rispetto al fenomeno migratorio.
Abbiamo un decreto “Cutro” che a quanto pare non sembra aver fatto spaventare chi gestisce queste tratte umane clandestine. Inoltre il decreto dice: “Aiutiamoli a casa loro”. A parer mio tutte buone intenzioni e nulla più.
Qualche giorno fa il Consiglio dei ministri ha varato anche lo stato di emergenza.
Adesso con lo stato di emergenza si semplificano tutte le procedure, per il trasporto e il trasferimento dei migranti, ma il vero problema non è questo specifico settore, sembrano provvedimenti “spot”.
Mi sembra di capire che lei ha altre soluzioni…
Io non ho soluzioni rispetto ad un problema enorme dove la politica europea è la grande assente. Quello che lamento è una mancanza di contatto con il Viminale che ci ha sempre supportati in questa politica di accoglienza. Perché non bisogna dimenticare che noi agiamo per conto dell’Italia e dell’Europa, quindi credo che un minimo di sostegno dobbiamo averlo. Noi non possiamo svolgere questa funzione senza avere un minimo di supporto da parte del governo nazionale ed europeo in solitudine.
Parla anche di un supporto economico?
Sì ma non solo. Prima alzavo il telefono e interloquivo con il ministero. Ad oggi questo non accade. C’era un bel rapporto che ci aiutava ad affrontare in sicurezza e legalità questa grande questione. Questo tipo di rapporto si è interrotto. Circa un mese fa mi sono incontrato con il ministro Piantedosi, un grande servitore dello Stato, però oltre alle buone intenzioni, nulla di più.
Per lei sarebbe necessario un tavolo tecnico?
Abbiamo un Paese “legale” e un Paese reale, il cui divario si fa sempre più grande. I problemi bisogna capirli e per capirli spesso bisogna viverli. E’ necessario che Roma inizi ad avere un rapporto con le città che affrontano questo tipo di problemi. La prima cosa da fare, a mio avviso, è un incontro tra i sindaci delle città italiane che sono in prima linea rispetto a questa emergenza e il governo Meloni. Capire come affrontare insieme e in sicurezza il problema.
Ma lei è molto critico anche con la politica europea…
L’Europa come già detto è la grande assente. Però credo che l’Italia non possa ogni giorno scontrarsi con la Francia e la Germania sul tema migranti, e poi, attraverso incontri cordiali e grandi sorrisi, essere amici degli stessi Paesi, che su certe tematiche sono nostri nemici. Il problema migranti, da soli, non lo possiamo risolvere. Possiamo attutire il problema, se iniziamo un dialogo serio e concreto con i grandi Paesi europei. Gli stessi che accettano la logica della ricollocazione dei migranti solo a parole. A mio modesto parere è necessaria una azione internazionale nel Mediterraneo. Il mare ribolle al momento e quindi è necessaria una missione europea umanitaria, nel canale di Sicilia. Posso essere ironico?
Prego…
È stato affrontato così bene il problema dell’immigrazione, che nella Finanziaria del governo Meloni, non è dedicato nemmeno un rigo rispetto alla tematica. Loro pensavano che venisse risolto tutto, mettendo in mostra i muscoli. Per non parlare della Regione Siciliana, che da anni è come se fosse “la bella addormentata nel bosco”.

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