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IL CASO – Calcio del poliziotto all’inguine della manifestante. Per la legale “è violenza sessuale”

di Adolfo Spezzaferro -


Una giovane manifestante colpita da un poliziotto con un calcio all’inguine intende denunciare l’agente per violenza sessuale. Una decisione che sta già scatenando la polemica politica. L’episodio è avvenuto durante il corteo dei collettivi di mercoledì scorso, 6 dicembre, a seguito dei due sgomberi di quella mattina. Ad annunciare la denuncia è la stessa 26enne, studente di Italianistica all’Università di Bologna, accompagnata dalla sua legale, Marina Prosperi. “Abbiamo deciso di analizzare tutte le immagini di quel momento, per fortuna abbiamo tutta la sequenza – spiega l’avvocato – proprio questo ci fa dire che siamo di fronte a un atto di violenza sessuale”. La violenza sessuale, spiega Prosperi, “non è solo uno stupro, ma qualunque atto abbia un carattere oggettivamente sessuale. E credo che questo lo sia”. Secondo la Prosperi in quel gesto “c’è anche una volontà simbolica di penetrazione”. Quindi, ribadisce, “è ovviamente un’aggressione e un atto lesivo, ma noi chiediamo che sia verificata l’ipotesi della violenza sessuale”. Oltre all’agente, continua la legale, “chiediamo anche l’accertamento delle responsabilità: che ordine è partito? Perché quella persona ha avuto la libertà di comportarsi così? E un domani chiederemo, perché speriamo che non ci sia nessuna richiesta archiviazione, di chiamare come civilmente obbligati anche il questore e il ministro. Mi auguro anche che la Questura, sulla scorta delle interrogazioni parlamentari che verranno presentate su questa vicenda, si faccia parte diligente e dica a noi per primi, prima ancora che alla stampa, cosa ha intenzione di fare”. Dal canto suo, Ilaria racconta: “Credo che sia stato intenzionale darmi un calcio in mezzo alle gambe, per rimettermi al mio posto. Non parliamo di persone che non sanno come e dove colpire, ma di persone addestrate a colpire e che hanno scelto di colpire precisamente in un punto”.

Se un calcio nell’inguine di un poliziotto a una manifestante diventa “violenza sessuale”

Dal canto suo, il segretario del sindacato di polizia Sap, Stefano Paoloni chiede di “non strumentalizzare”. “È importante che non restino situazioni poco chiare perché l’agire delle forze dell’ordine deve essere sempre trasparente, però troppe volte abbiamo assistito a strumentalizzazioni con chiare finalità politiche che, mettendo in evidenza solo un’immagine, non consentivano una valutazione del contesto. Auspichiamo che si faccia piena chiarezza ma senza pregiudizievoli strumentalizzazioni con finalità politiche”, dichiara Paoloni. Sull’episodio intervengono anche Gian Marco De Biase e Samuela Quercioli, consiglieri comunali di Bologna in quota FdI: “Condanniamo l’accaduto, confidiamo nell’attività della Procura in modo da fare chiarezza su ciò che è realmente avvenuto. Sottolineiamo però che non si può generalizzare mettendo in discussione il servizio che le forze dell’ordine svolgono quotidianamente a tutela dei cittadini”. Per i consiglieri comunali di Fdi, infine, “sentir parlare di violenza sessuale da parte di un poliziotto che viene attaccato da un gruppo di violenti ci sembra molto singolare, nonché svilente per un reato odioso“.


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