Economia

Come piace a Mes

di Giovanni Vasso -

ELLY SCHLEIN SEGRETARIA PD, GIUSEPPE CONTE M5S


Mes? No problem, parola di Giorgetti. Il ministero all’Economia e alle Finanze “apre” alla ratifica del nuovo Meccanismo europeo di Salvaguardia. “Non si rinvengono, nell’accordo, modifiche tali da far presumere un peggioramento del rischio”, così ha scritto in una lettera inviata all’attenzione della Commissione Esteri della Camera dei deputati, il capogabinetto del dicastero di via XX Settembre. Il documento avvicina il governo alla ratifica del Mes, tanto sospirata a Bruxelles quanto vituperata a Roma, in particolare dagli elettori di Fratelli d’Italia e Lega. Il parlamento dovrà decidere sulla ratifica tra poco meno di dieci giorni, la data prevista è quella del 30 giugno. Intanto arriva l’analisi dei tecnici del Mef: “Per quanto riguarda gli effetti diretti sulle grandezze di finanza pubblica non discendono nuovi o maggiori oneri rispetto a quelli autorizzati in occasione della ratifica del trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità del 2012”. Dal Mef, inoltre, fanno sapere che “non si ha notizia che un peggioramento del rischio del Mes sia stato evidenziato da altri soggetti quali le agenzie di rating che hanno invero confermato la più alta valutazione attribuitagli anche dopo la firma degli accordi sulla riforma”. L’analisi sottolinea che “in particolare l’agenzia Moody’s nel giugno 2022 ha alzato il proprio rating sul Mes portandolo al massimo (ad Aaa da Aa1), citando la riforma del Trattato fra i fattori che hanno determinato il miglioramento del rating. Inoltre le maggiori agenzie di rating che stimano la rischiosità di un emittente (S&P, Fitch e appunto Moody,s), al momento conferiscono al Mes la tripla A o valutazione equivalente”.

Insomma, si può fare. Le parole dei tecnici Mef hanno fatto insorgere l’opposizione. In prima battuta, la Commissione ha immediatamente chiesto che il ministro Giorgetti sfili in audizione davanti ai deputati. Quindi, dalla minoranza, è partito il fuoco di fila. Elly Schlein, segretario Pd, ha tuonato: “Siamo l’ultimo Paese che manca. Sono impegni internazionali che l’Italia aveva assunto, non ratificare il Mes mina la credibilità internazionale del Paese e il Paese non se lo può permettere”. Schlein ha poi aggiunto: “Spero per l’Italia che vengano messe da parte lei ragioni fumose e ideologiche del ritardo, hanno la responsabilità di far rispettare all’Italia gli impegni assunti. Il Governo su questo è profondamente diviso, parlano i fatti, ci sono tensioni. Ma spero per il bene dell’Italia che ratifichino il Mes”. Giuseppe Conte, sui social, va all’attacco di Palazzo Chigi: “Ultime 24 ore di un governo allo sbando. Dimezzano i fondi per i risarcimenti dei gravi infortuni sul lavoro. Non appena lo denunciamo, provano frettolosamente a fare retromarcia. Il Ministero di Giorgetti elogia la riforma del Mes e il Governo Meloni, in imbarazzo dopo le bugie raccontate in pandemia, continua a rinviare le decisioni. Sul decreto Lavoro, in realtà decreto Precariato, il Governo non ha nemmeno la maggioranza in commissione Bilancio al Senato sui suoi stessi emendamenti. Parliamo del provvedimento che fa cassa su chi è in difficoltà, dimezzando la platea delle persone in difficoltà economica che ora saranno protette dallo Stato”.  Conte azzanna: “In mezzo a questo caos, il carovita sottrae 61 miliardi dal conto corrente degli italiani e Meloni – che prometteva 1000 euro con un click a tutti durante il Covid – resta a guardare. È un Governo incapace, inutile e dannoso”.

Si aprono spiragli, al centro, in maggioranza: “La nostra posizione sul Mes è netta e chiara da tempo, già nella passata legislatura fummo tra i promotori di diverse iniziative parlamentari per la sua ratifica .- ha spiegato Maurizio Lupi (Noi Moderati)-. È chiaro che nella maggioranza di governo esistono sensibilità diverse e che la firma di un importante impegno internazionale richiede attenzione, ma, come sempre, si troverà una sintesi in Parlamento ed il centrodestra voterà compatto quando sarà il momento. È singolare, invece, che le forze di opposizione, che oggi sollevano un polverone su un episodio di normale dialettica politica e parlamentare, siano le stesse che negli anni scorsi non sono state in grado di approvare il Mes perché divise tra loro ed addirittura al proprio interno”.


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