Politica

Commissione d’inchiesta Covid: il Senato annacqua i poteri, non si indaga sulla zona rossa. E scoppia la polemica

di Eleonora Ciaffoloni -


L’Aula del Senato ha dato il via libera al ddl per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del Covid-19. In particolare, sulle misure adottate per prevenire e affrontare l’emergenza epidemiologica. I voti favorevoli sono stati 94, i contrari 64, nessun astenuto.

Il provvedimento era già stato approvato dalla Camera, ma tornerà a Montecitorio perché ci sono state modifiche al testo in commissione Affari sociali, mentre in Aula gli emendamenti sono stati tutti respinti.

Intanto, prendono forma le prime polemiche. A insorgere sono le opposizioni che, accusano il governo di usare la Commissione d’inchiesta per “fini politici”.

In particolare, dai banchi del Partito Democratico, è il presidente dei senatori Boccia: “Oggi la verità è che coloro che vogliono la commissione d’inchiesta sul Covid sono gli stessi che allora pensavano che novax e complottisti fossero dalla parte giusta della storia. E ora vogliono usare la commissione come una clava per meri motivi politici”.

Poi ricorda il periodo dell’emergenza: “Da quel 23 febbraio 2020 abbiamo varato 14 decreti per l’emergenza”, dice nella lunga dichiarazione di voto. “Ricordo che la destra ha votato sempre contro. Ha votato contro i ristori. Ristori e ammortizzatori sociali che sono arrivati a tutti. Le regioni? Ci chiedevano di trovare respiratori e mascherine che non c’erano e che loro non avevano. Perché la privatizzazione selvaggia della sanità aveva smontato la prevenzione territoriale e non c’erano gli strumenti di protezione individuale. Anche nella ricca Lombardia, indicata come modello. Il governo è sempre stato in contatto quotidiano con le regioni. Sempre, per tre mesi e mezzo. Ma noi abbiamo difeso il diritto alla salute, anche contro le ragioni legittime dell’economia. Noi chiedevamo di chiudere mentre la destra chiedeva di aprire tutto”.

Insieme al Pd, ad attaccare il governo c’è il Movimento 5 Stelle, al tempo al governo con il premier Conte: “Siamo diventati un modello per la comunità internazionale. Le debolezze del nostro Ssn sono apparse da subito chiarissime: definanziamento, lezione non imparata visto che si continua a tagliare in sanità, tetto all’assunzione di personale, filtro territoriale inesistente e disomogeneità nella gestione della sanità, che è un danno, ma questa maggioranza la aumenta con l’autonomia differenziata”, scrive in una nota la Vicepresidente del Senato Mariolina Castellone, Senatrice del Movimento 5 Stelle.

E prosegue attaccando la maggioranze “che è brava a speculare sulle tragedie: ricordo le piazze usate come palchi e affollate di negazionisti che gridavano alla dittatura sanitaria. O queste Aule, usate come teatri per trasfigurarsi quando inveivano contro il Presidente del Consiglio chiamandolo criminale. Oggi continuano a esercitare quest’arte teatrale con una vera e propria farsa, mettendo su un tribunale politico, come ammesso da loro stessi”.


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