Ilaria Salis e il passato tirato per la giacchetta: storia, politica e paradossi contemporanei
La dichiarazione di Ilaria Salis accosta i passatori del 1938 agli scafisti odierni. Un paragone discutibile che banalizza la storia e confonde il presente. Analisi critica e ironica di un dibattito controverso.
I fatti del passato e il coraggio dei passatori
Nel 1938, le leggi razziali italiane privarono oltre 46.000 cittadini di istruzione, lavoro, proprietà e libertà personale. Non esistevano vie legali per scappare dalla persecuzione fascista. Chi fuggiva rischiava tutto; chi aiutava rischiava la vita.
Nel Ponente ligure, pescatori e montanari organizzarono reti clandestine per aiutare gli ebrei a passare in Francia. I passatori prendevano un compenso, ma non lasciavano indietro chi non poteva pagare. Agivano per umanità, non per ideologia. E lo facevano senza telecamere, senza proclami, senza dichiarazioni pubbliche.
Questa storia, documentata e drammatica, è oggi ricordata come esempio di coraggio civile. Salis, nella sua dichiarazione, l’ha sintetizzata così: “Ieri contrabbandieri e scafisti erano criminalizzati dal regime, oggi celebrati come giusti”. Un’intenzione di richiamo morale, che però rischia di piegare il passato a un uso retorico improprio.
Il paradosso contemporaneo e la critica alla dichiarazione
Salis suggerisce un ponte ideale tra quei passatori del ’38 e gli scafisti odierni. L’intento è riflettere su chi oggi compie azioni moralmente giuste in contesti difficili. Peccato che il paragone non regga.
Nel 1938 si rischiava il carcere o la deportazione. Oggi, pur con errori e ritardi nella gestione dei flussi migratori, lo Stato è democratico. Criticare le politiche migratorie è legittimo; trasformare reti criminali in “nuovi passatori eroici” è una forzatura retorica.
Confondere i due piani non aiuta a comprendere il presente. I passatori liguri salvavano vite; gli scafisti odierni lucrano sulla disperazione. La memoria storica, così usata, diventa un megafono ideologico: efficace a livello emotivo, inutile a livello analitico.
Confronto tra passatori e scafisti: la storia non si piega
E alla fine, tra montanari eroici e governi moderni tirati a confronto, resta chiaro un fatto: la storia è sacra, il presente è complicato… e qualcuno continua a credere che basti citarla per avere ragione.
In parole semplici: non basta evocare il coraggio del passato per giustificare metafore improvvisate. La memoria non è una bacchetta magica. Serve rispetto, analisi e un pizzico di buon senso, altrimenti finiamo a discutere di eroi e criminali con la stessa leggerezza con cui si scrolla un post sui social.
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