Politica

Conte e Landini prove di sinistra “Battaremo Meloni”

di Eleonora Ciaffoloni -

MAURIZIO LANDINI CGIL GIUSEPPE CONTE POLITICO


“Abbiamo scritto a tutte le forze politiche in parlamento perché riteniamo necessario cambiare e migliorare questa legge di bilancio che contiene cose molto sbagliate”. Le premesse del messaggio lanciato dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini sembrano rivolgersi a tutto lo spettro politico del nostro Paese, eppure, con la scusa della Manovra, ieri il segretario – ormai figura imponente della sinistra – ha incontrato in prima persona l’altro leader di opposizione Giuseppe Conte nella sede del Movimento 5Stelle. “Abbiamo illustrato giudizi e posizioni della Cgil” ha detto Landini, e “mentre io incontravo il M5S altri componenti della segreteria si stanno incontrando con una delegazione di Fratelli d’Italia, domani è previsto un incontro con la Lega, nei giorni scorsi abbiamo incontrato Pd, Sinistra e Verdi”. Il tentativo di distogliere l’attenzione dall’incontro con Conte però, non sembra essere riuscito: i due nella sede di Campo Marzio hanno riunito le rispettive delegazioni per mandare un chiaro messaggio al governo alle strette con la Legge di Bilancio: “Il Paese chiede a questo governo e al parlamento di fare delle riforme di cui tutto il Paese ha bisogno”. Un’unione di intenti dei due nuovi leader della sinistra che ha l’obiettivo di organizzare lato sindacati una serie di manifestazioni e scioperi, ma che ha anche fatto emergere con i cinquestelle “iniziative comuni”, tra cui “l’errore” del superamento del reddito di cittadinanza, che per Landini rende “il mondo alla rovescia”. A dargli manforte sulle critiche alle misure è il leader dei pentastellati che, forte delle bocciature della Manovra da parte di Confindustria, Corte dei Conti e Banca d’Italia, critica la cancellazione del reddito di cittadinanza e ne denuncia la conseguente “evasione di cittadinanza”, rilanciando la sfida al governo anche su altre misure. “Vengono premiati i cittadini che girano con 5mila euro in contanti” ha detto Conte, “questo è fortemente recessivo per il Paese, perché abbiamo un’economia sommersa che viene favorita, evasori e corrotti che vengono favoriti”. Problemi a cui l’ex premier presenta soluzioni: “Noi dobbiamo recuperare quegli oltre cento-centoventi miliardi che sono l’economia sommersa, sottratti alla ricchezza del Paese, alla gente onesta”. Stessa gente a cui il governo, secondo Landini, dovrebbe pensare: “Riteniamo che c’è un primo tema che questo governo deve affrontare e si chiama salario. La gente non arriva a fine mese, il lavoro dipendente sta pagando un prezzo altissimo e in questa legge di bilancio l’aumento dei salari non c’è. La decontribuzione già c’era ma nessun intervento che vada ad aumentare i salari. Chiediamo che ci sia almeno un 5% di decontribuzione e che venga ripristinato il fiscal drag”. Non solo, le richieste toccano anche altri punti: la tassazione degli extra profitti, la riforma fiscale “che aumenti il netto in busta paga per i lavoratori e pensionati”, la riduzione della precarietà che “vuol dire togliere dal tavolo i voucher e cancellare forme di lavoro precario assurde” e un cambiamento rispetto a “quel provvedimento assurdo che ha portato la flat tax da 65 a 85mila euro”. Anche sull’evasione fiscale e “sulle manovre che hanno fatto l’innalzamento del contante” – insieme alla questione del Pos – la proposta della Cgil è quella del ritiro, “perché la lotta all’evasione fiscale si fa rendendo tracciabile il denaro”. Ora, dopo aver sondato il terreno con tutte le forze politiche e aver affiancato il Movimento 5Stelle, il segretario Landini attende l’incontro con Giorgia Meloni previsto per la giornata di domani: un avvicinamento a passo lento, che vede la protesta di piazza rimandata in avanti per evitare una possibile frizione in maggioranza. E se Landini critica il governo di avere “idee regressive e sbagliate”, allo stesso tempo si accosta con estrema oculatezza e con cautele che dal mondo dei sindacati iniziano a essere etichettate come codardia all’azione. Meno cauto nei confronti della Premier e del suo esecutivo è Giuseppe Conte, che attacca diretto: “Ci ritroviamo con un governo che è molto forte con i poveri ma anche col ceto medio: Crosetto ha dovuto ammettere in tv che questa manovra penalizza anche il ceto medio completamente impoverito mentre invece si inchina in Europa ai poteri forti” e rincalza “pensate, un solo dato: siamo passati da Draghi che non è riuscito a scrivere una norma decente sugli extraprofitti, da cui voleva ricavare dieci miliardi che non sono mai arrivati, a un governo che ridenomina quella norma come contributo straordinario di solidarietà e vuole ricavare, secondo la relazione tecnica, solo due miliardi e mezzo” e ammicca: “pensate un po’ che effetto di sperequazione si crea nel nostro Paese”. Ora, a poche ore dallo scontro finale, Landini dovrà rimettere in ordine le carte da presentare a Meloni, mentre Conte si proietta con forza a dirigere l’unica opposizione che sembra funzionare.


Torna alle notizie in home