Esteri

Crisi Israele-Iran, dopo gli Usa si muove Mosca

di Ernesto Ferrante -


Quinta riunione del gabinetto di guerra israeliano convocata dal primo ministro Benjamin Netanyahu per decidere quando e come rispondere all’attacco dell’Iran. Quattro funzionari statunitensi hanno detto alla Nbc che la replica dello Stato ebraico sarà probabilmente limitata e potrebbe concentrarsi su obiettivi chiave al di fuori del territorio iraniano, come le sue milizie in Siria o il gruppo sciita Hezbollah in Libano. Viene escluso, almeno nell’immediato, un confronto diretto che coinvolgerebbe inevitabilmente tutta l’area.

Il ministro della Difesa americano Lloyd Austin e il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant hanno parlato della situazione della sicurezza in Medio Oriente nel corso di una telefonata. A renderlo noto in un comunicato è stato il Dipartimento della Difesa americano. Austin ha ribadito il sostegno americano alla difesa degli alleati e l’importanza strategica della stabilità regionale.

Il segretario al Tesoro Usa, Janet Yellen, sta preparando nuove sanzioni “per continuare a interrompere l’attività maligna e destabilizzante del regime iraniano”.

Avvertimenti e minacce anche dall’altro fronte. “La risposta iraniana arriverà nel giro di secondi” e sarà “dura e risoluta”, ha assicurato il vice ministro degli Esteri iraniano, Ali Bagheri Kani. “Non passeranno più 12 o 13 giorni tra la mossa del regime sionista e la potente risposta dell’Iran. I sionisti dovranno contare in secondi, non in ore”, ha proseguito il vice ministro.

Mosca invoca la calma. Durante un colloquio telefonico con il suo omologo iraniano, Ebrahim Raisi, Vladimir Putin ha auspicato che “tutte le parti mostrino ragionevole moderazione”. Teheran non è interessata a un’ulteriore “escalation”, ha riferito Raisi. Stando a una nota del Cremlino, Putin e Raisi hanno concordato sul fatto che la causa principale delle tensioni sia il conflitto israelo-palestinese.

Gli esperti delle Nazioni Unite hanno condannato l’uso della forza. “Gli attacchi militari di ritorsione tra Israele e Iran violano il diritto alla vita e devono cessare immediatamente”, si legge in un comunicato.

“A tutti i paesi, si legge nel documento, è vietato privare arbitrariamente le persone del loro diritto alla vita nelle operazioni militari all’estero, anche nella lotta al terrorismo. Le uccisioni in territorio straniero sono arbitrarie quando non sono autorizzate dal diritto internazionale”.

Per gli uomini dell’Onu, “Israele non sembra aver esercitato l’autodifesa il 1 aprile perché non ha presentato alcuna prova che l’Iran stesse commettendo direttamente un ‘attacco armato’ contro Israele o inviando gruppi armati non statali per attaccarlo”. Inoltre “non ha fornito alcuna giustificazione legale per l’attacco né lo ha segnalato al Consiglio di Sicurezza, come richiesto dall’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite”.

E ancora: “L’attacco di Israele ha di conseguenza violato il divieto sull’uso della forza armata contro un altro Stato ai sensi dell’articolo 2 (4) della Carta. La forza illegale è stata utilizzata non solo contro le forze armate iraniane, ma anche contro il territorio siriano. L’attacco di Israele è stato in parte lanciato dalle alture di Golan, territorio siriano illegalmente annesso”.

Il personale militare e i funzionari civili israeliani responsabili dell’attacco “potrebbero anche aver commesso crimini ai sensi del trattato internazionale antiterrorismo del 1971, la Convenzione sulla prevenzione e la punizione dei crimini contro le persone protette a livello internazionale.

Sproporzionata viene ritenuta anche la reazione iraniana. La tesi del diritto all’autodifesa il 13 aprile non reggerebbe, perché il raid israeliano si è concluso il 1 aprile.

Al Consiglio di Sicurezza si chiede di adempiere alla sua responsabilità di rispondere efficacemente a ogni Stato le cui azioni minacciano la pace e la sicurezza internazionale, mettendo fine a “decenni di impunità per le violazioni statali di una delle regole globali più fondamentali: il divieto dell’uso della forza”.


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