Politica

Da Rotondi a Mastella: gli ex Dc tornano a destra

Porte chiuse al terzo polo . Da Rotondi a Mastella i veri centristi ex Dc ritornano a destra.

di Edoardo Sirignano -


C’è chi prova a essere protagonista facendo saltare il piano della Meloni Il caso Cesaro: Armando flirta con Renzi e lancia “cavalli di Troia” in Fi.

Grandi manovre nell’universo centrista. Se qualcuno pensa che il mondo moderato possa ritrovarsi solo nel nuovo polo Renzi-Calenda, si sbaglia di grosso. Come rivelato dal guru dei sondaggi Antonio Noto, i seguaci dello scudocrociato oggi sono sparsi ovunque. A differenza di quanto sostiene qualche nostalgico compagno, la stessa Fdi fa presa e non poco a queste latitudini.

A spiegarne le ragioni di ciò al quotidiano “L’Identità” è Gianfranco Rotondi, uno dei pochi veri democristiani rimasti in Parlamento: “Stiamo parlando di un soggetto politico nato dalla scissione del Popolo delle Libertà. L’onorevole Meloni era la segretaria dei giovani del partito fondato da Berlusconi, Fini e modestamente dal sottoscritto. Forza Italia, a un certo punto, ha detto che intendeva rilanciare il logo storico, liberando così le tre componenti. Per tale ragione, Fi si è riproposta, la Dc di Rotondi si è riorganizzata e la Meloni ha dato vita a Fratelli d’Italia. Mi sembra, quindi, evidente che se Giorgia ha portato via dal Pdl, che aveva il 35% dei voti, il 25% dei consensi, lasciando appena il 7% agli azzurri e l’1% a noi, nel suo movimento non c’è solo la destra. Ci sono anche amici con un passato popolare e liberale. Basti pensare a Guido Crosetto, che prima di diventare azzurro era democristiano. Possiamo, pertanto, dire che la Meloni ha già incorporato quote importanti sia di elettorato centrista che di onorevoli provenienti da quel mondo. Il voto di quest’area è in Fdi. Nessuno le porta nulla”.

Ecco perché Rotondi e i suoi amici, pur mantenendo la propria identità e la neonata sigla “Verde è Popolare”, non hanno alcuna difficoltà a sostenere Giorgia premier: “Siamo a disposizione – sottolinea. Ogni nostra scelta sarà concordata con quella parte del centrodestra che la sostiene”. Un’area, quindi, che cresce giorno dopo giorno.

Notizia dell’ultima ora, ad esempio, è un possibile avvicinamento di Clemente Mastella allo schieramento che si oppone ai progressisti. Il sindaco di Benevento, pur avendo sposato alle ultime regionali in Campania la causa del Pd di De Luca e dichiarato di non aver chiuso stavolta accordi con nessuno, sembrerebbe ritrovarsi di più sull’alleanza guidata da Fdi che sullo stesso terzo polo nato dalla sintesi tra Azione e Italia Viva: “Sono l’ultimo erede della prima Repubblica e dei valori della Democrazia Cristiana – ribadisce in una nota. Diversamente da Calenda o Renzi, che sono macroniani e sono altro rispetto alla Dc”.

La crescita di un’area moderata con simpatie verso Fdi, però, non fa piacere a tutti. C’è chi, ad esempio, prova a rompere le uova nel paniere, come nel caso della famiglia Cesaro a Napoli. Se il rampollo di casa Armando ha scelto di sposare apertamente la causa del giglio fiorentino, i suoi sodali o meglio ancora le sue truppe cammellate, invece, si stanno cercando di accaparrare le ultime caselle libere in Forza Italia. La strategia è la seguente: farsi eleggere in Parlamento con i voti azzurri, considerando il vento che tira contro la sinistra e poi ricattare al momento utile chi prenderà le redini del governo.

In questo modo anche una forza cosiddetta “marginale” può diventare determinante, soprattutto con l’attuale legge elettorale.

Tali schemi, però, non affascinano quella parte di elettorato che preferisce non recarsi alle urne. Chi è deluso dall’attuale classe dirigente si concentra di più su idee e programmi. Ecco perché il ragionamento, sia di una parte che dell’altra, è allontanarsi dai cosiddetti estremismi, ormai sempre più fuori moda e invece adottare una proposta che possa inglobare un Paese che ha una storia cattolica e che difficilmente si ritroverà in posizioni troppo radicali.

Un messaggio recepito sia dalla stessa Meloni, sempre più atlantista ed europeista che dallo stesso Letta. Unico scopo del corteggiamento a Calenda, amore nei fatti mai corrisposto, è stato solo diffondere il messaggio di un Pd non troppo orientato a sinistra.


Torna alle notizie in home