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Dazi Usa, Scocchia (illicaffè): “Ritirata strategica inevitabile”

di Angelo Vitale -


Dazi Usa vs Europa: battaglia impari, “bisogna anche essere razionali e ripiegare in maniera pragmatica e ordinata”: lo ha detto senza giri di parole l’ad di illycaffè Cristina Scocchia intervenendo al Meeting di Rimini.

Dazi Usa, “La ritirata strategica era inevitabile”

Quando chi fa impresa non sceglie semplicemente lo strumento della lamentela per affrontare una contingenza negativa, c’è da prenderne atto sottolineando la chiarezza delle parole.

Sui dazi usa, dalla tribuna di Rimini, Scocchia ha detto che “L’accordo tra Usa e Ue sui dazi al 15% non è una vittoria né un pareggio, ma non è una neanche una disfatta perché si è evitata una guerra commerciale che avremmo comunque perso. Le forze in campo sono molto diverse. Da una parte, abbiamo gli Stati Uniti, che sono uno Stato, con una leadership politica chiara, con indipendenza energetica, militare e tecnologica. Noi invece, dall’altra parte, abbiamo un’Europa che non è uno Stato, ma è tanti Stati insieme spesso con interessi divergenti e con una governance ancora poco chiara e farraginosa, senza una leadership forte e condivisa”.

Scocchia ha poi stigmatizzato che “In più non siamo indipendenti dal punto di vista energetico, dal punto di vista militare e della difesa e dal punto di vista della tecnologia, soprattutto quella digitale e dell’intelligenza artificiale. Quindi, è ovvio che se le forze in campo sono così dispari bisogna anche essere razionali e ripiegare in maniera pragmatica e ordinata. È importante proteggere non solo il nostro business, ma anche quella partnership politica e valoriale che lega le due anime dell’Occidente e che sarebbe stata compromessa da una guerra commerciale”.

Quale risposta ai dazi

Per individuare le risposte giuste da da dare ai dazi, Scocchia guarda a “crescere in Europa con regole condivise e una visione per rilanciare la competitività. In un contesto globale sempre più instabile e competitivo, l’Europa deve mettere in comune risorse e visione strategica per affrontare le grandi sfide del nostro tempo: autosufficienza energetica, difesa comune e innovazione tecnologica”.

Cosa serve

“Una politica industriale strutturata, per recuperare il terreno perso nelle nuove tecnologie e sostenere i settori tradizionali. Ci preoccupiamo, giustamente, dei dazi introdotti dagli Stati Uniti ma la vera complessità è già dentro l’Europa: basta confrontare le regole di Spagna, Francia, Italia che sono spesso sovrapposte, contraddittorie e diversificate tra Paesi, scoraggiando l’innovazione e la crescita. La frammentazione normativa equivale a un dazio interno del 45% sui beni e 110% sui servizi“.

E “serve ridurre il costo dell’energia e promuovere un più equilibrato rispetto al Green Deal e ad alcune regolamentazioni europee”.

La tempesta “perfetta” sul settore del caffè

L’ad di illicaffè vede nel suo mercato “una vera e propria “tempesta perfetta”. Il prezzo della materia prima, il caffè verde, si mantiene su una quotazione molto alta – intorno ai 380 centesimi per libra- tre volte la media storica”.

Con cause sono molteplici: “i dazi del 50% imposti dagli Stati Uniti sulle importazioni brasiliane stanno riducendo l’offerta di caffè sul mercato americano, dove circa un terzo del caffè non tostato proviene dal Brasile. A questo si aggiungono condizioni climatiche sfavorevoli nei Paesi d’origine della materia prima, come ad esempio i danni causati dalla recente gelata nel Cerrado e le preoccupazioni meteorologiche legate alla mancanza di pioggia in Brasile”.

Intanto, “il costo medio della tazzina al bar attualmente in forte crescita (+19% rispetto al 2021 e +3,4% rispetto al 2024), presenta grande disparità tra città: Benevento e Bolzano si attestano a circa 1,5 euro, mentre Catanzaro a 1 euro”. Dietro l’angolo, prevedendo il persistente trend rialzista della materia prima, “ulteriori aumenti”.


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