L'identità: Storie, volti e voci al femminile Poltrone Rosse



Cronaca

Deepfake porn a Foggia, indagati e sequestri. Arianna Petti verso la verità

Il sequestro dei dispositivi potrebbe portare alla formulazione di accuse formali e all’identificazione dei responsabili.

di Gianluca Pascutti -


Foggia, 24 ottobre 2025 — È di poche ore fa la notizia che le indagini condotte dagli inquirenti sul caso di Arianna Petti, la 19enne foggiana vittima di deepfake porn, hanno portato all’identificazione di una o più persone coinvolte nella diffusione delle immagini false. Le autorità hanno proceduto al sequestro di dispositivi elettronici, tra cui smartphone e computer, che potrebbero contenere prove decisive. Dopo mesi di angoscia e mobilitazione pubblica, qualcuno ora trema: Arianna è più vicina alla sua verità.

I fatti

Il caso ha scosso l’opinione pubblica per la sua gravità e per la modalità con cui è stato perpetrato. Le immagini pornografiche, create artificialmente con il volto di Arianna tramite tecnologie di intelligenza artificiale, sono state affisse fisicamente in diverse zone della città, accompagnate da dati personali come indirizzo e numero di telefono. Un atto non solo di violenza digitale, ma anche di persecuzione e diffamazione.

Il coraggio di denunciare

Arianna ha denunciato l’accaduto alla polizia postale di Foggia e ha scelto di esporsi pubblicamente, raccontando la sua storia sui social e in trasmissioni televisive. Il suo coraggio ha generato una forte ondata di solidarietà, culminata in una manifestazione cittadina che ha visto la partecipazione di centinaia di persone, tra cui associazioni, studenti e attivisti.

La sofferenza di Arianna

“Sto vivendo una situazione che non auguro a nessuno,” ha dichiarato Arianna durante il corteo, visibilmente commossa ma determinata. La sua battaglia è diventata simbolo di una nuova forma di violenza, quella digitale, che colpisce soprattutto i giovani e le donne.

I primi indagati

Con gli ultimi sviluppi investigativi, si apre ora uno spiraglio di giustizia. Il sequestro dei dispositivi potrebbe portare alla formulazione di accuse formali e all’identificazione dei responsabili. Arianna non è più sola: la sua voce ha smosso coscienze e istituzioni. E finalmente, la verità sembra farsi strada anche in questo vile caso di Foggia.


Torna alle notizie in home