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Cronaca

Delitto di Garlasco, il nodo del Dna e la suggestione di Andrea Sempio: “Si tenta di creare un mostro”

di Lino Sasso -


Si entra in una fase cruciale dell’inchiesta sul delitto di Garlasco con al centro adesso le tracce di Dna trovate sulle unghie di Chiara Poggi. Al laboratorio Genoma di Roma si è svolto un incontro tecnico tra i due legali di Andrea Sempio, gli avvocati Liborio Cataliotti e Angela Taccia, la genetista Marina Baldi e l’altro consulente della difesa, Armando Palmegiani. Un confronto mirato alla stesura di due elaborati che verranno depositati la prossima settimana, in vista dell’udienza dell’incidente probatorio fissata per il 18 dicembre a Pavia. Al centro del confronto c’è la perizia genetica depositata il 4 dicembre dalla professoressa Denise Albani. Secondo l’elaborato, il Dna maschile estrapolato dalle unghie di due dita di una mano di Chiara Poggi risulta compatibile con quello di Andrea Sempio. Il nuovo indagato nel procedimento, o con soggetti appartenenti alla sua linea paterna.

Il peso del Dna

Un dato che ha riacceso l’attenzione mediatica e giudiziaria sul caso, ma che – come sottolineato nella stessa perizia – non può essere accompagnato da una certezza scientifica assoluta. Il punto centrale, infatti, riguarda la base documentale su cui poggia la compatibilità. I dati utilizzati derivano dal lavoro svolto dal perito De Stefano nel 2014, ritenuti “non consolidati” dal punto di vista scientifico. Ed è proprio su questo aspetto che si concentreranno le osservazioni della difesa. Palmegiani e Baldi, da quanto trapela, non intendono smontare integralmente gli esiti della perizia Albani, ma valorizzarne alcuni passaggi, ribadendo l’impossibilità di arrivare a una conclusione granitica sul piano scientifico. Nelle relazioni difensive verranno inserite puntualizzazioni tecniche e, soprattutto, un approfondimento sui cosiddetti “punti di contatto”.

La strategia della difesa Sempio

L’obiettivo è chiarire da quali oggetti, toccati sia da Sempio sia da Chiara Poggi, potrebbe essere avvenuto un eventuale trasferimento del Dna. Tra gli elementi citati figurano la tastiera del computer della 26enne, utilizzata da Sempio quando giocava con il fratello di Chiara e altri amici. Ma anche il telecomando della televisione del soggiorno. Ipotesi che rafforzano la tesi di un contatto indiretto e non necessariamente collegato alla dinamica dell’omicidio. Parallelamente, legali e consulenti stanno preparando una serie di domande per chiedere chiarimenti alla perita durante la discussione dell’incidente probatorio. L’udienza, davanti alla gip Daniela Garlaschelli, potrebbe non esaurirsi in una sola giornata. Non è escluso, inoltre, che la difesa di Sempio chieda un ulteriore incidente probatorio sull’impronta 33 rinvenuta su un muro delle scale, in fondo alle quali fu trovato il corpo di Chiara Poggi, e che la Procura di Pavia ha attribuito al 37enne.

Dal Dna alla suggestione lanciata da Sempio in tv sull’indagine del delitto di Garlasco

Sul piano mediatico, intanto, Andrea Sempio rompe nuovamente il silenzio. In un’intervista a “Quarto Grado”, l’indagato parla apertamente del rischio di una “costruzione del mostro”. “Se iniziano a mancare alcuni presupposti tecnici, come può essere il discorso del Dna – ha dichiarato Sempio in merito alla nuova indagine sul delitto di Garlasco – uno degli attacchi che mi arriverà sarà tentare di creare un mostro”. Parole che si inseriscono in un clima già teso, mentre il Dna di Sempio continua a rappresentare uno dei nodi più delicati e controversi della nuova fase investigativa del delitto di Garlasco.


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