Attualità

E Gorizia tornò divisa in due: dopo 30 anni riecco il Muro

di Domenico Pecile -


Gorizia come emblema di un’Europa che si rinchiude su se stessa sotto i colpi del fondamentalismo islamico che da Israele e dalla striscia di Gaza allunga la sua ombra inquietante e gravida di morte. Un’Europa che si trova costretta quasi a rinnegare 33 anni di storia dalla liberazione della Cortina di ferro e a blindarsi. Come ha fatto l’Italia con la Slovenia e altri otto Paesi dando lo stop a Schengen mentre ornai gli allarmi bomba si susseguono in diverse parti del Vecchio continente. Una decisione, quella voluta dal premier Meloni, di assoluta precauzione di fronte all’aumentato livello di minaccia terroristica e un incessante arrivo di immigrati dalla rotta balcanica su quello che giocoforza – vista la lunghezza geografica che va da Tarvisio a Tieste – è un confine colabrodo. Tutte le deterrenze messe in atto finora non hanno sortito gli effetti sperati.

La politica dei respingimenti è stata di fatto disattesa dalla stessa Slovenia che a sua volta scarica le responsabilità su Croazia e Ungheria. Un “gioco” allo scaricabarile che ha penalizzato l’Italia se è vero che soltanto lo scorso anno la rotta balcanica ha fatto registrare 16 mila ingressi. Ma lo stop a Schengen (datato 14 giugno 1985) rischia di diventare un pericoloso boomerang per Gorizia, azzerando di fatto gli effetti benefici innescati dalla caduta del muro del 1989. A lanciare l’allarme è il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, il quale ricorda che il nostro governo e quello sloveno hanno reintrodotto controlli alle frontiere interne terrestri rispettivamente con la Slovenia, la Croazia e l’Ungheria “per rendere più sicure Italia, Slovenia ma in generale anche l’Europa al fine di prevenire attentati terroristici vigliaccamente uccisioni e feriscono i nostri cittadini, i nostri figli”. E proprio per questo motivo ieri mattina il primo cittadino di Gorizia ha inviato una lettera al ministro degli Interni, Matteo Piantedosi.

L’obiettivo del suo sos è quello, appunto, di sottolineare “le sofferenze e le difficoltà vissute sulla nostra frontiera quando, in epoca del Covid, la Slovenia fece altrettanto per altre ragioni”. Con il suo appello al ministro, Ziberna ha espresso l’auspicio che questa misura, annunciata con una durata di 10 giorni, “possa essere sufficiente per arginare il transito illegale di migliaia e migliaia di migranti in Italia (16 mila lo scorso anno) attraverso la rotta balcanica, tra i quali anche potenziali terroristi. Il governo ha assicurato che il controllo sarà proporzionato per causare il minore impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera sul traffico merci”. Insomma, Ziberna ha voluto significare la specificità di un confine che oramai dalla caduta del muro di Berlino ha trovato diverse sinergie. “Gorizia e Nova Gorizia – ha detto – ancora – non possono vedere interrotte le loro frequentazioni perché moltissimi sono coloro che vivono da una parte e lavorano dall’altra parte del confine”. Ma c’è pure un altro dato molto importante. L’approssimarsi della Capitale europea della cultura 2025 di Nova Goriza e Gorizia ha incentivato relazioni in tutti i settori tra cittadini, imprese e anche istituzioni.

“Ecco perché sono certo – ha sottolineato ancora Ziberna – che il transito ordinario delle persone che non destano sospetti non sarà reso difficile, in particolare ai valichi agricoli”. Ziberna per questo auspica che i controlli dei confini coordinati da parte slovena e italiana possano riprendere in modo efficace, “usando anche dei droni capaci di presidiare vaste aree, anche perché parte dei migranti illegali usano varchi extra Schengen. Italia e Slovenia ed Europa dovrebbero infine assicurarsi che Frontex possa operare in modo efficace su quelli che sono i confini dell’Europa, ovvero il Mediterraneo ma anche quelli Croati. E ciò insieme alla possibilità di espellere velocemente i migranti entrati illecitamente”. Il sindaco ha sottolineato che non vuole alimentare alcun sentimento di odio nei confronti del mondo islamico, “che in larghissima parte condanna terrorismo e violenze, della cui collaborazione, tra l’altro, abbiamo bisogno per identificare i “lupi solitari” che vivono tra di noi”. Infine, ha ricordato che le due città hanno dato prova di grande collaborazione durante il Covid, “lavorando assieme per essere testimoni in Europa e nel mondo di come un confine divisivo si è trasformato in un confine unito e coeso”.


Torna alle notizie in home