Politica

PRIMA PAGINA – È stato bElly. Così il Pd rottama la sua leader

di Domenico Pecile -


Nel dicembre del 2022 Dario Franceschini ebbe a dire che “Schlein è la Sinistra moderna. Nel Pd deve cambiare tutto. È l’ora di un’altra generazione”. Ma è già preistoria politica. Oggi la pensa sicuramente in maniera diversa. Già, l’entusiasmo iniziale per quella che doveva essere la rifondatrice dem si è arenato nel porto delle nebbie dove un Pd stanco, diviso, in totale confusione rischia di rimanerci a lungo. E così, l’ex ministro alla Cultura ha riallacciato alla grande i rapporti con Matteo Renzi.

Nulla di casuale in politica. Soprattutto se entrambi guardano con grande interesse al ritorno in Italia del Commissario europeo per la fiscalità e l’unione doganale, Paolo Gentiloni. Che in molti dentro nel Pd, soprattutto nell’area moderata e cattolica, sognano possa subentrare a Elly Schlein – candidatura che lo stesso Renzi potrebbe sostenere in qualche modo dall’esterno – alla guida del partito. Quando? Non sicuramente in corso d’opera e quindi dopo le elezioni europee. Che per la segretaria dem da miraggio per sdoganare il partito oltre il 20% che le consentirebbe anche di consolidare la sua leadership rischia di trasformarsi nell’ultimo atto.

Non soltanto quel 20% appare un traguardo sempre più lontano (dentro il Pd c’è chi scommette cinicamente che i dem raggiungeranno a malapena il 17%), ma il percorso da qui alle europee sta diventando per la Schlein una durissima corsa ad ostacoli. A cominciare dalla sua possibile candidatura che ha già procurato malumori e durissime critiche, e non soltanto dalle possibili candidate a cominciare da Laura Boldrini, ma anche da quel Romano Prodi, uno dei pochi che la Schlein ascoltava con riguardo (“Sono d’accordo con lui” aveva rimarcato anche Enrico Letta, un altro sponsor della Schlein alle primarie).

Del resto, il suo atteggiamento attendista su questo argomento è lo stesso che la contraddistingue sulle altre patate bollenti che le varie anime del partito si rimpallano a vicenda. Sì, la segretaria rischia (se non è già cominciato) un isolamento politicamente suicida. Anche il preannunciato mach televisivo con il premier Giorgia Meloni potrebbe tradursi in cronaca di una sconfitta annunciata. Meloni va avanti come uno schiacciasassi: è decisionista, non teme l’impopolarità, sente il vento in poppa, ha un eloquio tanto semplice quanto convincente, quando è in difficoltà dà la colpa alla minoranza. Insomma, dà l’idea di quella concretezza che manca alla Schlein, un vero e proprio dottor Tentenna.

Indecisa e insicura su tutto, Schlein sta affrontando il periodo più difficile e quello probabilmente cruciale del suo mandato. Il partito ribolle. I riformisti e i cattolici accusano l’immobilismo della segretaria su temi caldissimi come i diritti civili e le due guerre in corso. Il partito – e anche qui non ci sono risposte della Schlein – arranca anche sul fronte dei rapporti con Conte. Naufragata ormai quasi definitivamente l’ipotesi del campo argo, Pd e 5S procedono a tentativi – prima della gara europea – sul fronte delle elezioni amministrative. Dove ieri, per altro, il Pd a Bari è ripartito alla ricerca del nome unitario da proporre alla coalizione per il dopo Decaro: doppia riunione con fumata nera sul nodo della candidatura a sindaco dell’assessore all’Ambiente.

Uno dei tanti problemi di divisioni interne innescati anche dalla decisione della segretaria di rinnegare quasi completamente l’istituto delle primarie grazie alle quali lei è diventata quasi inaspettatamente leader del partito. Neppure le due giornate di autoanalisi a Gubbio hanno prodotto granché. Anzi, ha partorito un topolino impaurito. Oltre alle critiche per la scelta radical chic della location e per l’assenza della segretaria ai lavori della prima giornata (“Sono andata al cinema”) i radar politici hanno roteato a vuoto. A Schlein servirebbe un colpo di reni per uscire dalla vaghezza nell’offrire risposte propedeutiche alla creazione di un’alternativa: con il solo antifascismo il Pd rischia di schiantarsi alle europee.


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