Esteri

ECATOMBE TURCA

di Ivano Tolettini -

TERREMOTO IN TURCHIA E SIRIA, OPERAZIONI DI SOCCORSO DELLA CROCE ROSSA SIRIANA


Un doppio terremoto di proporzioni spaventose in Anatolia. Per dare un’idea, spiegavano ieri sera i sismologi, mille volte più potente di quello di Amatrice. La terra si è squarciata e si è spostata ieri notte, e poi di nuovo in tarda mattinata come in un lungometraggio dell’orrore senza fine, per una larghezza di tre metri e per una lunghezza di decine e decine di chilometri. Sono crollati centinaia di palazzi e sono collassate decine di infrastrutture come fossero di carta, trasformandoli in coriandoli di macerie. Il cataclisma ha mietuto migliaia di vittime, il cui numero continua a salire progressivamente, gran parte delle quali sono passate dal sonno alla morte senza accorgersi. Il primo terrificante sisma con epicentro vicino a Gaziantep, città di oltre 2 milioni di abitanti nel sud-est della Turchia coinvolgendo dieci province, al confine con la martoriata Siria, è avvenuto alle 4.17 locali (in Italia le 2.17), a una profondità di circa 17,9 km (11 miglia). Ed ha fatto precipitare milioni di persone nel panico, svegliandole di soprassalto. Come se un gigantesco ordigno nucleare avesse fatto implodere un’area di centinaia di chilometri quadrati fagocitata da una sorta di biblica teofania. Il terremoto è stato avvertito distintamente non solo in Israele, ma anche a Cipro, Il Cairo e Mosul. A tarda sera il bilancio era del tutto provvisorio. In diverse aree sia della Turchia che della Siria i soccorritori dovevano ancora arrivare e i sopravvissuti, che a causa delle temperature assai rigide per la neve accusavano sintomi di ipotermia per essersi ritrovati all’addiaccio vestiti col pigiama e biancheria intima, scavavano in molti casi a mani nude. Il servizio di emergenza turco Afad ha riferito che la prima scossa è stata di magnitudo 7,8 della scala Richter. Subito dopo ne è stata avvertita una di assestamento di magnitudo 6,6 misurata sempre nella provincia di Gaziantep, dov’era l’epicentro. L’emittente statale turca TRT ha messo in onda immagini di persone in preda al panico che si rifugiavano in strada mentre gli edifici intorno a loro tremavano durante la scossa di assestamento. Mentre in tarda mattinata un altro terremoto misurato in 7,5 gradi sulla scala Richter ha colpito di nuovo il sud-est della Turchia. L’epicentro stavolta è stata la città di Kahramanmaraş, come ha riferito la stazione sismica di Kandilli a Istanbul. “È il più forte terremoto che la Turchia ha subito dal 1939”, spiegava commosso il presidente Recep Tayyip Erdoğan. Immediatamente da tutto il mondo, anche dal presidente russo Vladimir Putin che ha offerto sostegno per un corridoio umanitario in Siria afflitta dalla guerra che si protrae da dodici anni, è scattata una gara di solidarietà per salvare quante più vite possibile. Da molte nazioni europee, Francia e Germania in testa, sono in partenza soccorritori con attrezzature adeguate per la ricerca di persone sotto le macerie. Anche la Grecia ha offerto subito aiuto, così come l’Italia pronta a inviare uomini e mezzi. Bruxelles ha dunque fatto sapere che la Ue è in prima linea.

 

CAMPI PROFUGHI

 

Gli ospedali turchi subito sono stati invasi di feriti. Secondo le prime stime se ne contano almeno 10 mila. Ma parlare di numeri in questa prima fase è limitativo, considerando la vasta area colpita. Il vicepresidente della Turchia, Fuat Oktay, ha affermato che “il terremoto ha sorpreso le persone nel sonno e sono state sepolte sotto le macerie. C’è urgente bisogno di aiuti umanitari internazionali in tutta la regione”. Le basse temperature e le abbondanti nevicate hanno aggravato la già pesantissima emergenza. “È una corsa contro il tempo. Sono stati colpiti anche i grandi campi profughi siriani, così come quelle località della Siria nord-orientale che stanno ancora subendo i bombardamenti del governo turco e del infrastrutture distrutte di conseguenza”, spiegava Janine Wissler, leader del partito di sinistra. Che aggiungeva: “C’è un urgente bisogno di garantire che le case di tutte le persone che vivono in Turchia siano costruite per essere a prova di terremoto. È scioccante vedere che molte delle case crollate sono state costruite solo relativamente di recente”. Yunus Sezer, che dirige l’agenzia turca di corso, ha dichiarato che “dopo il terremoto sono state registrate centotrenta scosse di assestamento. Quasi 15.000 addetti alla ricerca e soccorso sono stati dispiegati nella regione”.

 

TESTIMONIANZE

 

“Ci siamo svegliati di soprassalto perché mancava l’elettricità. Siamo rimasti immobili e abbiamo aspettato che il tremito finisse. La nostra casa era piena di vetri rotti e calcinacci, non so come abbiamo fatto a salvarci”, ha raccontato Sinan Şahan, un commerciante di Gaziantep. “Abbiamo usato la torcia del nostro telefono per vestirci e siamo corsi fuori di casa. Chiunque sia riuscito a salvarsi ora è fuggito da qualche parte. Ho dei parenti a Kahramanmaraş, le loro case sono state distrutte. È terrificante quello che è accaduto”. Gli edifici sono crollati anche nelle città di Adıyaman, Malatya e Diyarbakır, dove la gente si è precipitata in strada in preda alla paura. Gli abitanti della città di Pazarcık hanno detto di temere per coloro che sono rimasti intrappolati sotto gli edifici crollati. Nihat Altundağ ha riferito che le potenti scosse del terremoto lo hanno buttato giù dal letto e che non sa come ha fatto a salvarsi. “È stato il caso”, detto in lacrime. “La nostra casa sembra solida dall’esterno ma ci sono delle crepe all’interno. Ci sono edifici distrutti intorno a me, ci sono case in fiamme, ci sono edifici che stanno crollando. Un palazzo è crollato vicino a dove mi trovo”, ha aggiungo Altundağ. Anche dal fronte del sisma in Siria si susseguono le testimonianze. “All’inizio ho pensato che fossero gli elicotteri a sganciare barili bomba. Siamo in guerra da troppo tempo per pensare a un evento naturale. Mi sono svegliato e sono andato a prendere mio figlio”, raccontava Ismail Alabdullah, 36 anni, volontario dei soccorritori dei Caschi Bianchi del villaggio di Sarmada. “Siamo abituati a tirar fuori le persone dalle macerie – osservava – , ma questo è diverso. Così tante persone sono ancora bloccate e moriranno perché non abbiamo abbastanza attrezzature per raggiungerle tutte. Non è rimasto niente, proprio niente”.

 

TSUNAMI

L’autorità di regolamentazione nucleare della Turchia ieri sera ha riferito all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) che al momento i terremoti non hanno avuto alcun impatto sulla sicurezza nucleare del paese. E ieri notte non appena erano giunte le notizie del terremoto in Turchia anche in Italia è scattata l’allerta tsunami, poi revocata: la circolazione dei treni, nelle regioni del Sud, è stata sospesa alle 6.30, per poi riprendere regolarmente. Intanto, in Turchia le scosse di assestamento, oltre cento, si susseguivano con un ritmo sconvolgente. L’Organizzazione mondiale della sanità informava che il bilancio delle vittime potrebbe essere otto volte superiore a quello ufficiale, diramato in serata da Istanbul in quasi 2 mila morti. Tra gli italiani testimoni dell’apocalisse anche l’allenatore di calcio Vincenzo Montella.

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