Ambiente

Effetto Cerbero: così il caldo uccide sanità e agricoltura. Il Wwf: Mancano piani prevenzione e strategie adattamento

di Angelo Vitale -


Cosa fare contro il caldo? Una domanda ricorrente in ogni estate, specie per i tempi di magra di notizie, nei tg e in tutti i media. Le risposte, finora, solo dettate dall’emergenza. Ma, sostiene il Wwf, “occorre una rivalutazione e un rafforzamento delle piattaforme di sorveglianza della situazione, dei piani di prevenzione e delle strategie di adattamento a lungo termine”. Ciò che è mancato fino ad oggi. Lo paghiamo con i morti. Le ondate di caldo record dell’estate scorsa hanno provocato più di 61mila morti in Europa, 18mila solo in Italia, primo Paese per numero di vittime secondo un’analisi epidemiologica dell’Istituto di Barcellona per la salute globale pubblicata su Nature Medicine.

Un’emergenza che non può essere ogni volta combattuta all’ultimo momento con una prevenzione spicciola. “Nelle prime fasi di questa ondata di caldo le persone anziane e più fragili tendono a rimanere chiuse in casa. Ma questa prudenza ha dei limiti di tempo e di necessità: c’è il rischio che se questo aumento delle temperature durerà più giorni sarà inevitabile vedere un aumento importante degli accessi al pronto soccorso” dice Andrea Fabbri, direttore centro studi della Simeu, la Società Italiana della medicina di emergenza-urgenza.

“Gli anziani non possono rimanere barricati dentro casa per 1-2 settimane – avverte Fabbri – Hanno spesso più malattie croniche e se la casa non è condizionata le temperature sono comunque elevate e viverci non è facile. Dietro l’angolo c’è la disidratazione e chi ha patologie ha una riacutizzazione, soprattutto se si hanno malattie respiratori o cardiache. Dobbiamo essere pronti – conclude – ad affrontare nei prossimi giorni una possibile ondata di accessi al pronto soccorso”.

E nuovi dati non sono confortanti nemmeno per l’anno in corso. Il 2023 si classifica fino ad ora in Italia nella top ten degli anni più caldi di sempre con una temperatura superiore di 0,43 gradi, la media storica che lo classifica all’ottavo posto tra le più alte mai registrate nel periodo dal 1800, quando sono iniziate le rilevazioni. LO rende noto Coldiretti sui dati Isac Cnr nel primo semestre del 2023 dalla quale si evidenzia peraltro che per il nord Italia si è trattato del terzo anno più caldo. Si conferma dunque la tendenza al surriscaldamento in Italia. Rischi ulteriori per i campi.
A preoccupare – sottolinea la Coldiretti – la tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che nel 2023 supereranno complessivamente i 6 miliardi dello scorso anno.

L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici “ma è anche il settore più impegnato per contrastarli, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio”.

“Un obiettivo che – conclude Prandini – richiede un impegno delle istituzioni”. Uguale a quello indispensabile per non fare, alla fine, solo la conta di vittime e danni. Stavolta, meno tempo per fare vertici ministeriali e decidere tavoli e commissari.


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