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Egeland: Evacuazione Gaza è crimine di guerra. Onu: Senza acqua 2 milioni a rischio

di Angelo Vitale -


Dura denuncia di Ian Egeland, tra i promotori dei negoziati di pace che hanno portato agli accordi di Oslo tra Israele e Olp nel 1993, sull’evacuazione forzata da Gaza ordinata da Israele.

L’ex diplomatico norvegese che lavorò per gli accordi di Oslo e facilitare i colloqui tra palestinesi e Israele, ha dichiarato al programma Today di Bbc Radio 4 che l’ordine di evacuazione israeliano per il nord di Gaza è un trasferimento forzato di persone, considerato un crimine di guerra secondo la Convenzione di Ginevra.

Egeland, che è segretario generale del Consiglio norvegese per i rifugiati, aggiunge che ora non esiste un modo pratico per affrontare la “catastrofe” umanitaria in corso a Gaza. Ci sono “molti bambini sotto le macerie che nessuno riesce a tirar fuori… decine di migliaia di unità abitative distrutte o invivibili… migliaia di persone in fuga per salvarsi la vita”.

Egeland sostiene che la portata della crisi a Gaza non è stata ancora pienamente compresa dall’Occidente. “Il Regno Unito, gli Stati Uniti e l’Ue hanno giustamente affermato che siamo con Israele nella lotta al terrorismo”, aggiunge Egeland. “Spero che non abbiano dato il via libera per distruggere un milione di bambini”.

Sul campo, più di due milioni di persone sono a rischio a Gaza a causa della mancanza d’acqua secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), che precisa: “E’ diventata una questione di vita o di morte. È un dovere: il carburante deve essere consegnato ora a Gaza per rendere l’acqua disponibile per 2 milioni di persone”.

Secondo Philippe Lazzarini, commissario generale dell’agenzia dell’Onu, “l’acqua potabile sta finendo a Gaza, dopo che gli impianti idrici e le reti idriche pubbliche hanno smesso di funzionare. Le persone sono ora costrette a utilizzare l’acqua sporca dei pozzi, aumentando il rischio di malattie”.

L’appello urgente arriva dopo che il governo israeliano ha tagliato l’acqua, il cibo e il carburante all’enclave assediata. Gaza è sotto un blackout elettrico da mercoledì, che ha ripercussioni sulla fornitura di acqua. “Dobbiamo trasportare carburante a Gaza adesso. Il carburante è l’unico modo perché le persone abbiano acqua potabile sicura. In caso contrario, le persone inizieranno a morire di grave disidratazione, tra cui bambini piccoli, anziani e donne. L’acqua è ormai l’ultima ancora di salvezza rimasta. Faccio appello affinché l’assedio agli aiuti umanitari venga revocato adesso”, ha affermato Lazzarini.


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