Cultura & Spettacolo

Emma Quartullo: “Vi racconto una donna con un passato ricco di storia, travagliato, e con una situazione molto complicata sulle spalle. Che Dio ci aiuti”

di Nicola Santini -


La vedremo in “ Che Dio ci aiuti”, fiction campione d’ascolti che va in onda ogni giovedì in prima serata su Rai1. Emma Quartullo, si racconta a L’Identità.
Emma, che effetto ti ha fatto avvicinarti a un set importante come quello di Che Dio ci aiuti?
E’ stato molto emozionante perché per ovvi motivi avevo visitato il set più volte. Inoltre avevo già lavorato in Don Matteo e conoscevo gran parte dello staff. E’ un set molto accogliente e tranquillo con cui si lavora benissimo.
Quali ricordi conservi del periodo di lavorazione?
Sicuramente il ricordo delle persone con cui ho collaborato, i confronti e le chiacchierate con le altre attrici durante le pause e il supporto che mi è stato dato dalla regista. Mi sono sentita subito a mio agio dopo i primi momenti di agitazione che è normale provare prima di iniziare a girare.
Cosa puoi anticiparci del tuo personaggio?
Come tutti i personaggi di puntata della maggior parte delle fiction italiane è ricco di storia, con un passato travagliato e una situazione molto complicata sulle spalle. Quello che ho cercato di fare è trovare un punto di contatto con il ruolo che ho interpretato, nonostante sia completamente distante da me.
Tra le fiction a cui hai preso parte c’è Vivi e lascia vivere, andata in onda su Rai1. Che bilancio fai di questa avventura professionale?
Davvero positivo. Nel rivedermi mi sono trovata mille difetti, com’è giusto che sia, visto che sono ancora agli inizi. Però i tanti complimenti ricevuti, e il successo della serie, mi hanno fatto venire ancora più voglia di continuare lungo questa strada.
Alla vigilia di quell’esperienza, la partecipazione alla fiction era per te un banco di prova davvero importante: ti apprestavi a recitare in una serie molto attesa e in più avresti diviso il set con tua madre Elena Sofia Ricci. Come hai affrontato questa esperienza?
Quella doppia responsabilità l’ho sentita tutta. Ansia e timori non sono mancati. A dirla tutta, la mia costante durante le settimane delle riprese era l’insonnia. Non ci dormivo la notte per via di quella doppia responsabilità e anche perché mi rendevo conto che era un’opportunità professionale davvero importante per me. Poi è filato tutto liscio e oggi sono entusiasta.


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