Politica

PRIMA PAGINA – Europee, la sfida al centro nel gioco delle coppie

di Domenico Pecile -


Il gioco delle coppie – La legge del proporzionale incendia lo scontro elettorale e impone ai partiti di dimenticare ogni alleanza per una conta dei voti destina a riverberarsi poi in chiave nazionale. E dentro questa bagarre si stanno giocando diverse partite. La prima in ordine di importanza è quella tra il premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd, Elly Schlein. Dopo la parentesi all’insegna del bon ton sul voto per il cessate il fuoco a Gaza, lo scontro si è di nuovo fatto duro. Ora il duello si sta consumando sulle intemperanze verbali del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che da diversi giorni si scaglia contro l’esecutivo e in particolare contro il premier e il ministro Raffaele Tito. Quest’ultimo – a dire di De Luca – sui fondi di coesione starebbe compiendo un atto di “delinquenza politica”.

Meloni pretende che Schlein si pronunci su queste “intollerabili violenze verbali, autentiche intimidazioni”, ma la segretaria dem glissa e manda a dire al premier che “come al solito sposta l’attenzione delle questioni vere” e sottolinea soltanto, riferendosi a De Luca, che “non c’è bisogno del turpiloquio per attaccare le disastrose scelte del governo” e che “certi toni non mi appartengono”. Non solo, ma ricorda a sua volta le intemperanze verbali dei “Donzelli e Delmastro “che ci hanno accusati addirittura di stare coi mafiosi”.

Insomma, dal possibile incontro per parlare di Gaza a una totale chiusura. E la tensione cresce in vista del duello televisivo che i rispettivi apparati vogliono che si consumi prima che scatti la par condicio (che imporrebbe un confronto tra tutti i candidati alle europee). E se Meloni nella sua corsa a Bruxelles deve vedersela con un Salvini sempre più “anarchico” e solipsista rispetto alle regole di una coalizione, Schlein deve vedersela sia con Conte (sempre più deciso a erodere voti alla sinistra pd) sia con il Masaniello De Luca che proprio con Conte potrebbe trovare sponda per allagare la protesta del Sud. Ieri, De Luca parlando agli studenti del liceo F. DE Sanctis di Palermo nel corso dell’iniziativa “E’ viva la Costituzione”, li ha esortati a fare in modo che “il Sud non sia tradito dal contro risorgimento che è in atto nel nostro Paese”.

De Luca e Conte, oltre alla guerra all’autonomia differenziata, potrebbero trovare un collante se non un’intesa sul tema del reddito di cittadinanza e del bonus 110%. Alcuni segnali di distensione tra Conte e Schlein come l’appello congiunto di ieri per le comunali di Bari dove i due candidati (5S e Pd) sono stati invitati a trovare un accordo prima di uno scontro fratricida temuto più dai dem, non riescono tuttavia a mitigare i tanti fronti ancora aperti. E le sirene elettorali hanno un’eco sinistra per Schlein. Stando agli ultimi sondaggi i pentastellati al Sud sarebbero nettamente in vantaggio sul Pd. In termini di eurodeputati un risultato simile si tradurrebbe in uno schiacciante 6 a 3. Sempre ieri, nel corso della relazione alla direzione del partito, Schlein ha esortato il partito ad affidarsi per le europee a “mettere assieme le migliori competenze della società civile e dell’attivismo” nella necessità, anche, di sposare una strategia per arginare la valanga del M5S.

Grande tensione anche al Centro, dove Calenda e Renzi (i sondaggi danno il primo di un punto sopra Renzi) sono a caccia di voti moderati che provengano dal Pd o da Forza Italia. L’accordo elettorale per le europee è là da venire. Il leader di Azione ha quasi in tasca l’accordo con + Europa. E parlando del leader di Italia viva ripete che ha “già dato”. A spingere per un accordo Renzi-Calenda è stata ieri l’Italia c’è. Il cui leader nazionale, Gianfranco Librandi, ha affermato: “Una lista comune con Italia viva e + Europa costituirebbe una scelta storica che potrebbe cambiare il panorama politivi nazionale ed europeo. Spiace che Calenda, arroccato sulle sue posizioni non riesca a coglierne la valenza”.


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