Editoriale

Fra Circe e Er Motosega

di Tommaso Cerno -


Finirà come con Circe, il maltempo venuto dal cambiamento climatico, oppure come er Motosega fuori dalla realtà coinvolto nell’incidente dove ha perso la vita il piccolo Manuel, che atterrato sul pianeta terra dichiara che la gente è cattiva. E così anche lo spionaggio nei conti correnti e nelle dichiarazioni dei redditi, fra i comportamenti e le abitudini di politici, sportivi, vip rischia di avere uno o più colpevoli, ma di non avere mai una ragione chiara. L’Italia è sospesa fra ideologia spesso spacciata per scienza e qualunquismo spesso spacciato per modernità. E ci sta benissimo, a oscillare come su un’altalena, fra la rabbia e lo sgomento popolare senza mai venire al sodo di niente. È una tradizione la nostra che passa per Emanuela Orlandi, la giovane scomparsa 40 anni fa, che dopo decenni di teoremi vaticani si vede restituire il pacco in casa propria e ritirare fuori dal passato un vecchio zio dalle mani lunghe. O Ustica sulla quale sappiamo molto più di quanto ancora raccontiamo, sospesi anche noi come Circe e motosega alla verità che ci fa più comodo. E vedrete che rischia di finire così anche questa ennesima vergogna di Stato. Quello stesso Stato che ci riempie di tasse in cambio di servizi sempre peggiori, che scarica sui cittadini i salari più bassi dei Paesi industrializzati, che vive di bonus e prebende, perché pretende che gli italiani non si arrabbino, che pretende che siano puntuali alle esattorie, che quando deve un centesimo a qualcuno sparisce per mesi e quando invece è a credito ti manda gli aguzzini a casa. Quello Stato che si scopre oggi è fatto da uomini in gran parte straordinari, come si dice sempre, ma anche da mele marce. E una di queste mele marce spiava i potenti o presunti tali, mettendo da parte dossier che finivano per essere strategici nei momenti chiave. Addirittura nelle ore in cui si formava il governo di Giorgia Meloni. Una mela marcia, magari aiutata da qualche altro frutto troppo maturo, che secondo quello che ci vogliono far credere agiva senza che nessuno lo sapesse, anzi senza che nessuno gli avesse ordinato di fare questo di mestiere: lo spione per ricatto. Io penso che non ci credo. E penso che non ci creda davvero quasi nessuno dei miei concittadini. E credo anche che la gente sia cattiva, come ci spiega er Motosega, e che il ciclone Circe sia tutta colpa di quelli a cui casca sopra la testa. Ma per favore. La cosa che interessa a questo Paese sono i mandanti dei delitti di Stato. Quelli veri. Quelli che nessuno scopre mai. Quelli che si nascondono dietro le cose e che sono la ragione per cui in Italia una vera pacificazione fra destra e sinistra, Fra ricchi e poveri, fra cattivi e buoni non ci potrà essere. Perché quello che lasciano queste storie è il senso che va da sempre a finire allo stesso modo e che non ci sia davvero da fidarsi di chi ci comanda. E quando un Paese si rende conto che devi farcela da solo, che alla fine rispondi tu di ciò che fai mentre gli altri poche volte rispondono di quello che ti hanno fatto capitare sulla testa, si genera un clima che rende impossibile una riforma vera del costume e del nostro modo di rispettare il nostro Paese e i suoi simboli. C’è un grande magistrato italiano che indaga su questi spioni di Stato. E questa è l’unica speranza che abbiamo. Che Cantone vada fino in fondo e dopo aver sbattuto in galera e buttato via la chiave chi ha materialmente usato informazioni per fare dossier e influenzare la vita del Paese ci spieghi perché l’ha fatto, in nome di chi l’ha fatto, su ordine di chi l’ha fatto. Ci dica perché viene Circe e ci dica di chi è la colpa se Motosega vive dentro un telefono e non sulla strada che percorre. Perché se non sapremo questo continueremo a non fidarci e questo Paese sarà una guerra di tutti contro tutti.


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