Editoriale

Il lavoro è libertà

di Adolfo Spezzaferro -


Nessuna retorica né “compitino” per il Primo maggio: vogliamo riprendere il monito del Presidente Mattarella per fare il punto su questa nostra Festa dei lavoratori, così vicina, troppo vicina a un brutto 25 aprile, divisivo più che mai. Ebbene, il capo dello Stato ieri ha ricordato che “il lavoro non è una merce, ma è libertà. Un diritto da tutelare”. Se l’articolo 1 della Costituzione recita che “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” e il lavoro è libertà, allora l’Italia è fondata sulla libertà. Ma attenzione, il sillogismo aristotelico non deve legittimare chi fa della libertà di agire un abuso, un crimine, chi tratta il lavoro e quindi i lavoratori come una merce. Una merce su cui risparmiare e quindi su cui lucrare. Qua siamo ben lungi dalla “merce umana”, dall’operaio di Karl Marx. Il monito del Presidente infatti è rivolto a quegli imprenditori che sfruttano selvaggiamente i lavoratori. Alle cooperative che con la scusa dell’accoglienza schiavizzano letteralmente gli immigrati. Stiamo parlando di strutture che prendono i soldi pubblici per sostenere il caporalato e schiavizzare le persone. Un caso esemplare, tra i più recenti, è quello dell’ex villaggio turistico “La Caravella”, vicino Piombino, trasformato in Cas-Centro di accoglienza straordinaria da una coop, dove i lavoratori venivano pagati 97 centesimi di euro l’ora. Con turni di oltre dieci ore al giorno, senza pause. Se questa non è schiavitù. Oggi quindi, mentre orde di futuri disoccupati zomperanno a ritmo al Concertone dei sindacati e della sinistra, tra una Bella ciao in coro e un attacco al governo Meloni, ricordiamoci tutti che la Festa dei lavoratori è di tutti, non della sinistra contro la destra. Ma è soprattutto la festa di chi è sfruttato, di chi rischia la vita per mancanza di norme di sicurezza adeguate, di chi muore sul posto di lavoro, di chi accetterebbe una qualsiasi occupazione ma non la trova e si sente abbandonato dalle istituzioni. Dai sindacati, “portatori di valori democratici”, come sottolinea il capo dello Stato. È la loro festa, più di chiunque altro. Abbiamo tutti il diritto di sentirci liberi dal bisogno – come dice Mattarella -, ma senza lavoro o senza un lavoro dignitoso è molto difficile. Anzi, impossibile.


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