Garlasco, la pista suicidi e il mistero di Michele Bertani
C’è la pista degli strani suicidi nel delitto di Garlasco, che si lega allo scandalo del Santuario e arriva dritta ad Andrea Sempio. Con un comun denominatore: Michele Bertani, l’amico suicida del nuovo indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 e per il quale è stato condannato Alberto Stasi.
Garlasco, la pista dei suicidi e il post enigmatico di Bertani
Il 28 maggio 2016, Michele si è stretto una corda al collo e ha messo fine alla sua vita. Ma oggi il suo nome è finito sotto i riflettori per tre inspiegabili soliloqui che Sempio, intercettato in auto mentre era finito per la prima volta sotto indagine per l’assassinio, dedica al ragazzo il 14, il 17 e il 20 febbraio 2017. “Era un grande amico, davvero un grande amico, siamo cresciuti assieme poi negli ultimi anni ci siamo persi. Da 0 a 18 anni tutte le cazzate le abbiamo fatte assieme, tutte le cose le abbiamo fatte assieme, ci vedevamo tutti i giorni e poi un anno fa si è impiccato.. Michele si è impiccato, si è impiccato, si è impiccato“, ripete Sempio in uno dei pensieri rivolti a Bertani.
Che ora infittiscono ancor più i sospetti, da quando l’avvocato di Sempio, Massimo Lovati, ha parlato del suo sogno, in cui Chiara viene uccisa da un sicario assoldato dai mandati perché aveva scoperto un giro di pedofilia collegato al Santuario della Madonna della Bozzola, finito al centro di una storiaccia di video ricatti hard al rettore Don Gregorio, messi a segno da due romeni. Uno di questi, il latitante Flavius Savu, ha rivelato che Sempio, soprannominato “il sadico” e Bertani, ribattezzato “il picchiatore“, avrebbero più volte partecipato, insieme ad altri ragazzi della comitiva, ai riti orgiastici nel Santuario.
E così Bertani, da morto, è entrato nel circo mediatico. Il suo profilo Facebook viene spulciato. Michele si faceva chiamare Mem He Shin, che, nella mistica ebraica richiama il Quinto nome di Dio. Tra i post più enigmatici uno pubblicato il 19 gennaio 2016, una ventina di giorni dopo la condanna definitiva di Stasi, e riporta una frase di una canzone dei Club Dogo: “La Verità Sta Nelle CoSe Che NeSSuno sa!!! la Verità nessuno mai te la racconterà…“. Da quella strofa ora emerge un messaggio criptato.
Eliminando le lettere maiuscole che Bertani inserisce in maniera quasi caotica e trasponendo le minuscole nell’alfabeto ebraico, viene fuori un’enigmatica frase che, tradotta in italiano, dice: “C’era una ragazza lì che sapeva“. Infine spunta tra le fotografie la Golf nera che Bertani aveva a disposizione all’epoca del delitto. E proprio un’auto nera di medie dimensioni sarebbe stata vista, da un testimone, parcheggiata davanti alla villetta la mattina del 13 agosto 2007.
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