Esteri

Gaza, l’Italia si schiera con la risoluzione di Emirati e Usa

di Ernesto Ferrante -


Sostegno dell’Italia alla risoluzione presentata al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dagli Emirati e dagli Stati Uniti per un cessate il fuoco e l’ingresso di aiuti nella Striscia di Gaza. Il documento chiede anche l’istituzione di un monitoraggio da parte delle Nazioni Unite dell’assistenza fornita. Anche in questa nuova stesura non si nomina esplicitamente Hamas, ma si condannano “tutti gli attacchi indiscriminati contro i civili”. La strada individuata è quella della soluzione a due Stati nella regione. Viene inoltre sottolineata “l’importanza di unificare la Striscia di Gaza con la Cisgiordania sotto l’Autorità nazionale palestinese”.

Il cambio di posizione di Roma è stato spiegato dal vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando alla Farnesina, a margine della XVI Conferenza delle ambasciatrici e ambasciatori: “Ci siamo precedentemente astenuti due volte alle iniziative per il cessate il fuoco perché il testo non esprimeva alcuna condanna nei confronti di Hamas, vero responsabile della nuova esplosione di violenza in Medio Oriente. Siamo favorevoli a qualsiasi iniziativa che possa portare aiuti alla popolazione di Gaza.

Un documento politico che porti al cessate il fuoco non può non condannare i veri responsabili”. “Insistiamo perché ci sia da parte di Israele una reazione proporzionata – ha aggiunto Tajani – Ci sono troppe vittime tra la popolazione civile palestinese e Hamas non deve usare i civili come scudi umani. Siamo preoccupati per il fatto che sono stati colpiti dei luoghi di culto cristiani dove c’erano persone che non erano certamente di Hamas.

Abbiamo lanciato un messaggio in questo senso al governo israeliano. Siamo sempre per avere posizioni di grande equilibrio e responsabilità. Siamo sempre stati favorevoli al cessate il fuoco per fare arrivare aiuti umanitari, ma i documenti devono essere chiari nell’indicare le responsabilità”.

La strada da percorrere per il ministro del governo Meloni è “una presenza delle Nazioni Unite, anche militare, a guida araba”: “Dopo il cessate il fuoco che abbia portato alla sconfitta militare di Hamas, ci dovrebbe essere un periodo di interregno, con una presenza magari delle Nazioni Unite, anche militare, a guida araba. L’Italia è disponibile a partecipare a iniziative dell’Onu che portino alla soluzione di due Stati, Israele e Palestina, che si riconoscano, concludendo questa stagione di sofferenze e con vittime in entrambi i popoli”.

Nel frattempo continuano le trattative per arrivare ad un nuovo accordo per il rilascio degli ostaggi ancora in mano ai miliziani. Barak Ravid ha scritto su Axios di un incontro a Varsavia tra il direttore della Cia, Bill Burns, il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, e il capo del Mossad, David Barnea, per discutere della potenziale nuova intesa. A riferire del tentativo, che è arrivato tre giorni dopo quello di Al Thani e Barnea ad Oslo, sono state due fonti Usa e dei funzionari israeliani.

In Turchia si è tenuta una riunione segreta di alti dirigenti di Hamas per definire i prossimi obiettivi del gruppo, alla quale hanno partecipato l’ex numero uno del gruppo Khaled Mashal e Saleh al-Arouri, vicepresidente dell’Ufficio politico. A riportare la notizia è stata l’emittente televisiva israeliana Kan.
“Israele affama i civili a Gaza come metodo di guerra”, una strategia che equivale a un crimine di guerra.

La denuncia è contenuta in un rapporto di Human Rights Watch (Hrw), in cui si legge che “per oltre due mesi, Israele ha privato la popolazione di Gaza di cibo e acqua, una politica incoraggiata o approvata da funzionari israeliani di alto rango e che riflette l’intento di affamare i civili come metodo di guerra”.
Per Omar Shakir, direttore di Human Rights Watch in Israele e Palestina, l’esercito israeliano sta deliberatamente bloccando la fornitura di acqua, cibo e carburante, bloccando volontariamente l’assistenza umanitaria e privando la popolazione civile di beni indispensabili alla sua sopravvivenza.


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