Esteri

Gaza, raid israeliani a Rafah: 100 morti per la liberazione di 2 ostaggi

di Eleonora Ciaffoloni -


L’operazione-raid dell’esercito israeliano con cui ha liberato nella notte a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, due ostaggi israeliani che erano stati rapiti da Hamas il 7 ottobre ha causato “circa” 100 morti – secondo il ministero della Sanità di Hamas. Ad annunciare l’operazione le Forze di difesa israeliane (Idf) su Telegram. Si tratta di Fernando Simon Marman (60 anni) e Louis Har (70 anni). Entrambi sono in buone condizioni mediche e sono stati trasferiti per accertamenti medici all’ospedale Sheba Tel Hashomer.

L’operazione per la liberazione dei due ostaggi israeliani è cominciata attorno alle 2 della scorsa notte, quando “le forze israeliane hanno fatto irruzione in un edificio nel cuore di Rafah dove i due erano tenuti da Hamas”. Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari secondo cui l’azione “era stata preparata da qualche tempo”. “Dal momento dell’apertura del fuoco – ha aggiunto il portavoce- i soldati hanno protetto i due ostaggi con i loro corpi durante la battaglia con i terroristi che è divampata con pesanti scambi di colpi in molti posti e con molti terroristi”.

L’esercito israeliano ha confermato su Telegram di aver effettuato una “serie di attacchi contro obiettivi terroristici” nella zona Shaboura di Rafah. Secondo al Jazeera, sono invece “almeno 63” le persone che sono state uccise durante raid contro due moschee nella città.       

Hamas ha condannato gli ultimi raid aerei israeliani su Rafah, affermando che questi rappresentano “un ampliamento della portata dei  massacri che sta commettendo contro il nostro popolo”. 

E ancora, “L’attacco dell’esercito di occupazione nazista stasera contro la città di Rafah, che finora ha causato la morte di più di un centinaio di martiri, è  considerato una continuazione della guerra genocida e dei tentativi di sfollamento forzato che sta conducendo contro il nostro popolo  palestinese”, ha scritto il gruppo in un comunicato stampa.


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