Genocidio a Gaza, l’intervista a Papa Leone XIV: “Al momento la Santa Sede non si pronuncia”
Il Papa denuncia la sofferenza di un popolo innocente stretto tra privazione, fame e carenza di aiuti
Nella nuova biografia “León XIV: ciudadano del mundo, misionero del siglo XXI” (Leone XIV: cittadino del mondo e missionario del XXI secolo) della giornalista Elise Ann Allen, edita da Penguin Perù e in uscita il 18 settembre, emergono passaggi significativi di un’intervista al papa che rivelano il cuore della sua visione pastorale e geopolitica, con un passaggio anche su cosa sta accandendo a Gaza e il genocidio in corso.
Gaza e la crisi umanitaria, Papa Leone: “Non possiamo diventare insensibili”
Alla domanda sulla guerra a Gaza, Leone XIV non nasconde la gravità della situazione. Il Papa denuncia la sofferenza di un popolo innocente stretto tra privazione, fame e carenza di aiuti. Sottolinea la necessità di un sostegno umanitario strutturato, che vada oltre la mera distribuzione di cibo e comprenda assistenza medica e programmi di ricostruzione. Pur evitando di definire formalmente il conflitto a Gaza come “genocidio”, il Papa riconosce che il termine viene ormai usato da più parti, inclusi gruppi israeliani per i diritti umani. Il pontefice invita a non cadere nell’assuefazione al dolore, un rischio diffuso davanti al costante flusso di immagini drammatiche: “Non possiamo diventare insensibili”, afferma, ribadendo la necessità di continuare a spingere per un cambiamento concreto.
Papa, non solo Gaza: centrale il rapporto con la Cina
Un altro tema centrale è il rapporto con la Cina. Leone XIV dichiara di voler proseguire, almeno nel breve periodo, la linea diplomatica della Santa Sede, basata su un approccio realistico e graduale simile all’Ostpolitik vaticana del Novecento. Il suo obiettivo è garantire che i cattolici cinesi possano vivere la fede senza oppressioni, pur nel rispetto delle sensibilità politiche e culturali locali. Il pontefice ammette la complessità del dossier, ma lascia intendere di voler mantenere aperti più canali di dialogo, con autorità politiche e con leader religiosi.
Il fatto che Leone XIV provenga dagli Stati Uniti lo colloca in una posizione particolare. Egli stesso osserva che ciò può aiutarlo a superare l’obiezione rivolta a papa Francesco, accusato da alcuni di non comprendere la realtà americana. Tuttavia, chiarisce di non voler entrare nelle dinamiche della politica di parte, preferendo concentrarsi su questioni evangeliche come la dignità umana, la pace e l’accoglienza dei migranti. Il papa sottolinea inoltre che il suo rapporto con il presidente Donald Trump deve essere gestito principalmente dai vescovi americani, mentre lui si riserva un ruolo più ampio di stimolo e orientamento.
In queste riflessioni emerge un pontefice attento, prudente ma determinato a non eludere i nodi caldi della scena internazionale. Leone XIV si presenta come un “missionario del XXI secolo”, chiamato a coniugare diplomazia e profezia in un mondo che sembra sempre più diviso e fragile.
Torna alle notizie in home