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Economia

Geografia del debito pubblico italiano. Chi lo detiene davvero?

di Lino Sasso -


A settembre 2025 il debito pubblico italiano ha raggiunto quota 3.081 miliardi di euro, un livello mai toccato prima. Ma, come spesso accade in economia, il numero in sé racconta solo una parte della storia. A rendere davvero interessante il quadro è infatti chi detiene questo debito, cioè chi finanzia – direttamente o indirettamente – lo Stato italiano. Una domanda più attuale che mai, perché rispetto al 2019 la mappa dei detentori del nostro debito si è profondamente trasformata. A certificarlo è una ricerca della Fabi, che aiuta a capire come si muovono capitali, fiducia e strategie dei diversi attori finanziari.

Gli investitori esteri sempre protagonisti

Anche nel 2025, gli investitori esteri restano il pilastro del finanziamento del debito pubblico italiano. Con 1.039,9 miliardi di titoli in portafoglio – pari al 33,8% del totale – superano i livelli del 2021 e perfino quelli del 2019. Un dato che racconta molto: nonostante le turbolenze economiche degli ultimi anni, l’Italia continua a essere percepita come un mercato appetibile. E questo vale ancora di più oggi che i rendimenti dei Btp sono tornati interessanti.

La Banca d’Italia riduce l’esposizione dopo gli anni della pandemia

Secondo protagonista è la Banca d’Italia, che detiene 592,1 miliardi in titoli pubblici, pari al 19,2% del totale. Durante la pandemia la sua esposizione era salita moltissimo: nel 2021 superava il 25%, nel 2022 addirittura il 26%. Un ruolo eccezionale, legato ai maxi-programmi di acquisto della Bce. Con la normalizzazione dei mercati, però, la Banca d’Italia ha progressivamente ridotto la sua presenza.

Le banche pesano sempre meno

Le banche italiane continuano a essere un attore importante: possiedono 620,5 miliardi, ovvero il 20,1% del debito. In valore assoluto, i numeri sono più o meno stabili dal 2019. Ma la quota relativa si è ridotta: era il 25,9% sei anni fa, il 24,5% nel 2021. Una tendenza che segnala una minore concentrazione di Btp nei portafogli bancari, come chiesto anche dalle autorità di vigilanza.

Assicurazioni e fondi: un ruolo stabile, senza scossoni

Il gruppo composto da fondi e assicurazioni resta sorprendentemente stabile nel tempo. Oggi detiene 386,4 miliardi, pari al 12,5%. Nel 2019 erano poco sotto (15,8%), nel 2021 ancora attorno al 13%. Una costante del mercato.

La vera novità del 2025: famiglie e imprese tornano protagoniste

Il cambiamento più significativo arriva però da famiglie e imprese. Nel 2021 erano al minimo storico, con appena 212 miliardi di Btp in portafoglio: una quota del 7,9%. Nel 2025, invece, salgono a 442,4 miliardi, pari al 14,4%. Praticamente raddoppiano la loro presenza.
Un ritorno in grande stile, spinto soprattutto:
• dai rendimenti più elevati dei titoli di Stato;
• dal desiderio di investire in strumenti percepiti come sicuri;
• dalle campagne di collocamento dedicate ai risparmiatori (Btp Italia, Btp Valore).

Un debito più grande, ma anche più diversificato

Dal 2019 a oggi il debito pubblico italiano è cresciuto di 665 miliardi (+27,5%). Ma la sua distribuzione è diventata più equilibrata, più diffusa, meno concentrata. Gli investitori stranieri si confermano decisivi, la Banca d’Italia ridimensiona il ruolo eccezionale avuto durante la pandemia, le banche italiane restano solide ma meno centrali, mentre famiglie e imprese tornano protagoniste come non accadeva da anni. Una fotografia che mostra un debito pubblico italiano più complesso, più internazionale e, in parte, più partecipato dai cittadini. Un elemento che non risolve certo i problemi strutturali, ma racconta qualcosa della fiducia – interna ed estera – verso l’Italia nel 2025.


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