Politica

Giorgia a Varsavia vede Morawiecki e blinda le alleanze per il dopo Ursula

di Eleonora Ciaffoloni -


Dopo il braccio di ferro sul Patto migranti al Consiglio europeo di Bruxelles con Polonia e Ungheria, oggi a Varsavia Giorgia Meloni incontrerà nuovamente il premier polacco Mateusz Morewiecki. Per la Presidente del Consiglio si tratta di una visita in vista della partecipazione all’incontro del gruppo dei conservatori e riformisti europei, ma vi si nasconde anche un nuovo tentativo di mediazione e la ripresa di un discorso interrotto per un accordo di certo non semplice sulla questione della gestione dei flussi migratori.

Intanto, da oggi Meloni parteciperà con la delegazione del partito agli incontri all’hotel Sofitel della capitale polacca, in cui per due giorni si riuniranno tutti i rappresentati del gruppo ECR, ma anche accademici e imprenditori, per un confronto sui maggiori temi dell’agenda politica europea, ma soprattutto quelli prioritari per i Conservatori: in primo piano il ruolo geopolitico e la difesa europea, la transizione ecologica e anche le politiche per la famiglia. Durante questa prima giornata è previsto un incontro con il presidente della Repubblica di Polonia, Andrzej Duda: un appuntamento importante per gli equilibri europei, sia per le tematiche legate all’attualità – dai migranti, alle proteste in Francia – ma in particolar modo in prospettiva delle Elezioni europee del 2024 e sulle prossime future alleanze. A Giorgia Meloni tocca ancora una volta il ruolo da mediatrice, ma anche la responsabilità di scegliere quali alleati tenersi stretti e quali no.

La filastrocca ripetuta di “costruire una maggioranza in Europa come quella italiana” e tanto cantata da Matteo Salvini, sembra essersi silenziata dopo il secco no di Antonio Tajani a qualsiasi ipotesi di alleanze con Marine Le Pen e con i tedeschi di Afd. Una maggioranza di tutto il centrodestra italiano anche per le Europee sembra lontana dal da farsi, mentre potrebbe continuare a vivere l’alleanza tra i Conservatori guidati dalla premier Meloni e i popolari di Tajani, guidati da Manfred Weber. Un’unione di coalizione che, dicono da FdI, corrisponderebbe al “Modello Meloni” che è già presente in Italia e che potrebbe traslarsi anche in Europa. Un modo non solo per replicare il buon modello che nel nostro Paese ha funzionato, ma anche per ampliare l’influenza della destra verso il centro e togliere quella parte di terreno a sinistra e ai liberali che puntano a un Ursula bis. Da capire, poi, le tempistiche: quindi se scoprire le carte delle alleanze prima o dopo il voto.

Di certo, i Conservatori riuniti a Varsavia – e che vantano tre primi ministri in Europa (Italia, Polonia e Repubblica Ceca) – hanno speranza, ma anche una certa consapevolezza, di riuscire a crescere con il voto popolare, sulla scorta di quanto accaduto in Europa alle elezioni politiche nazionali degli ultimi mesi, dove il centrodestra ha avuto sempre la meglio. La riunione potrà fare da base per la campagna elettorale europea, in cui i Conservatori potrebbero nuovamente fare da underdog che, partendo da svantaggiati nella trattativa pre-voto, potrebbero sedersi dopo le urne al tavolo di chi deciderà il prossimo leader europeo.


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