Politica

Giorgia fa il pieno soprattutto a Nordest, “A FdI il governatore”

di Ivano Tolettini -


Giorgia Meloni sbanca la circoscrizione Nordest comprensiva dell’Emila-Romagna con un perentorio 31,9% e prosegue la sua inesorabile marcia volta a svuotare la Lega di Salvini che cede ulteriore terreno, soprattutto in quella che era la sua storica roccaforte, il Veneto, rispetto anche alle politiche del 2022 quando aveva già ottenuto un rotondo successo. Il rapporto tra FdI e Lega è ormai di 3 a 1, schiacciante. Appunto i veneti, cui Luca Zaia sempre si rivolge, attribuendo il 37,58% dei consensi a Fratelli d’Italia e il 13,15% ai salviniani, consegnano di fatto il diritto di scelta del futuro governatore nell’autunno del prossimo anno, o al più tardi nel 2026, al partito meloniano che fa subito intendere di essere pronto a raccogliere la sfida politica. “Rappresentiamo il 70% del centrodestra in Veneto – afferma il segretario regionale di FdI, nonché senatore, Luca De Carlo – Del resto, proprio il Veneto, che aspira all’Autonomia differenziata, si conferma nuova terra meloniana, con FdI che ottiene il miglior risultato in Italia. “Non è un caso – prosegue De Carlo – che il Veneto alle politiche era la prima regione come percentuale, e lo è anche adesso. Con 5 punti in più, il balzo è anche doppio rispetto al risultato nazionale. Cresciamo il doppio, a dimostrazione che i veneti hanno un riferimento ormai chiaro, ed è Fdi, e questo sta nei numeri». Così chi non se lo fa ripetere, a mettere le mani avanti, è l’assessore regionale Elena Donazzan, eletta a Bruxelles a furor di preferenze (oltre 60 mila), la quale ai cronisti spiega che è il suo vero sogno nel cassetto è quello di diventare governatrice. “Il risultato delle urne va oltre le mie aspettative, ma è pur vero che questo era il giudizio che chiedevo soprattutto al Veneto. Diciannove anni in giunta – analizza – meritavano di essere messi alla prova in un giudizio che andasse oltre il mio abituale collegio elettorale di Vicenza”. Quando le chiedono che cosa farà quando si andrà a votare per le regionali e se ritornerà da Bruxelles per fare la candidata a governatrice, la neo eurodeputata risponde senza tentennamenti: “È sempre il mio sogno, quello resta, io non cambio idea né posizioni, questo resta il più grande sogno, penso per qualsiasi politico veneto, e per me certamente lo è. Il 37% dei suffragi che FdI ha registrato in Veneto con il più alto scarto in positivo, cioè noi abbiamo fatto la maggiore crescita dalle politiche ad oggi, fa ben dire che in caso in cui non dovesse esserci la modifica di legge per il terzo mandato, e Zaia non potesse più fare il presidente, Fratelli d’Italia potrebbe non rivendicare ma proporre una candidatura alla presidenza, e non nascondo che metto la mia disponibilità a favore dei veneti e di FdI”. Nel solo Veneto con oltre 230 mila preferenze Meloni, che ha conseguito più di 2 milioni di preferenze, stacca di gran lunga gli altri candidati. Nella circoscrizione il secondo più votato è Stefano Bonaccini, capolista Pd, con quasi 390 mila preferenze, di cui 78 mila in Veneto, con Alessandro Zan a 92 mila. Bene anche l’uscente europarlamentare Pd Alessandra Moretti, che consegue 82 mila preferenze e viene riconfermata a Bruxelles. Cosicché Andrea Martella, segretario regionale PD sottolinea che “i numeri a livello nazionale e a livello di circoscrizione Nordest ci confortano abbastanza, perché il partito sembra aver allontanato i fantasmi di qualche mese fa”. Fantasmi invece che avvolgono il futuro leghista. Fino a tre anni fa il Carroccio governava sul Veneto col vento in poppa, poi le scelte di Salvini hanno scatenato quei maldipancia che l’assessore regionale Roberto Marcato, fedelissimo di Zaia, ribadisce an he ieri a urne appena aperte. La domanda su Vannacci, con la messe di voti che ha conseguito, 532 mila in tutte le circoscrizioni, è quale ruolo si ritaglierà nel partito che è crollato anche a Nordovest? Andrà a Bruxelles per seguire le direttive di Salvini o suonerà uno spartito tutto suo visto che è indipendente? Luca Zaia rispondendo alla domanda di che cosa pensa del 2% che Vannacci avrebbe portato in dote alla Lega replica: “Non lo so dire. Ci sarà chi dice che i voti di Vannacci sono di Vannacci e non della Lega quindi vanno sottratti, c’è chi dice che questo può essere stato la sublimazione di un progetto politico. Ci sarà invece chi dirà che la Lega senza Vannacci avrebbe preso di più, qualcun altro il contrario”. Di certo Giorgia Meloni è l’indiscutibile vincitrice delle Europee, con Elly Schlein che conquista un risultato non pronosticabile. Il futuro della politica italiana è sempre più donna.


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