Politica

Alle urne solo la metà degli elettori, ma il risultato è netto. Fdi al 29%, Pd al 24, Fi aggancia il M5S (sotto il 10). Poi Lega e Avs

di Lino Sasso -

Giorgia Meloni


Nonostante si votasse in due giorni a recarsi alle urne è stata solamente la metà degli elettori. A voler arrotondare per eccesso, perché la percentuale dei votanti non ha raggiunto neanche il 50% a conferma di un trend assolutamente preoccupante, in particolare modo per quanto riguarda le elezioni europee. Ma venendo a chi invece è andato a votare, il risultato è stato assolutamente chiaro, netto. Fratelli d’Italia si conferma il primo partito italiano con il 29% dei consensi. Segue il Pd distaccato di 5 punti e poi si passa ai ‘doppiati’ con Movimento 5 Stelle e Forza Italia poco sotto il 10%, separati da pochi decimali a vantaggio dei grillini, e la Lega che supera a stento il 9%. A sorpresa, Alleanza Verdi e Sinistra si assesta attorno al 6,6, mentre sia Azione che Stati Uniti d’Europa di Matteo Renzi ed Emma Bonino non superano la soglia di sbarramento del 4% e non parteciperanno quindi alla ripartizione dei seggi, restando esclusi dall’Europarlamento. Se queste elezioni potevano rappresentare un test per il governo, dopo poco più di un anno e mezzo dal suo insediamento, l’esame è stato quindi ampiamente superato – a differenza di quanto accaduto invece in gran parte del resto d’Europa che ha visto una bocciatura degli esecutivi in carica – come dimostra la pioggia di consensi ottenuti da Giorgia Meloni, risultata ovunque la più votata dagli elettori con un totale di circa 2 milioni e trecentomila preferenze considerando tutte le circoscrizioni. Il confronto con gli altri leader di partito candidati è semplicemente imbarazzante, anche analizzando circoscrizione per circoscrizione. Nel confronto con Elly Schlein al Centro, la premier ha preso quasi 4 volte i voti della segretaria del Pd e quasi 6 volte quelli di Antonio Tajani, risultato comunque ovunque l’azzurro più votato, tranne che nelle Isole dove non era candidato. Differente la situazione del Pd dove la Schelin, sebbene in circoscrizioni differenti, non tiene minimamente il confronto con gli altri capolista Dem, anzi arriva ultima dopo Antonio Decaro al Sud, Stefano Bonaccini nel Nord Est e Cecilia Strada nel Nord Ovest, dove anche Giorgio Gori ha ottenuto più voti di quelli accumulati dalla segretaria al Centro.


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